8.0
- Band: LAMB OF GOD
- Durata: 00:44:45
- Disponibile dal: 20/02/2009
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Dieci anni di attività. Il contratto con una major. Le posizioni in classifica. La nomination ai Grammy. Esser scelti come supporter dei Metallica. Nulla di tutto questo impedisce ai Lamb Of God di tornare, dopo un 2008 sabbatico, ad alzare il dito medio alla conformità e a sfoderare nuovamente il loro poderoso attacco frontale. Presentato come un album che non ha bisogno di essere incensato prematuramente, “Wrath” mostra una band consapevole dei propri mezzi e a suo agio nelle proprie vesti: tutti gli elementi che contraddistinguono nella lode i sudisti sono ripresi adeguatamente, nei riff mostruosi, groovy e personali della coppia Morton/Adler, nelle vocals animalesche del frontman Randy Blythe e nel drumming intenso e tecnico del fenomeno Chris Adler, che continua ad amare i tempi veloci con la doppia cassa senza rinunciare ad essere intricato col resto del kit. Nei punti cardine del successo della formazione di Ritchmond nulla è al di sotto delle attese, si riesce sempre e comunque a polverizzare in maniera composta la concorrenza, basti ascoltare le monumentali “Broken Hands”, “Grace”, “Choke Sermon” e “Set To Fail”, tracce che vanno dritte a popolare future setlist o ipotetici ‘best of’. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalle parti acustiche, che emergono periodicamente e aggiungono un alone insolitamente classico all’atmosfera del disco (accostabili idealmente a quelle dei Metallica degli anni d’oro), aggiungendo profondità alle atmosfere pesanti di repertorio. Con il rispetto riservato ai grandi e lo scrupolo figlio di enormi aspettative, ci permettiamo però di prendere la lente d’ingrandimento, e di andare valutare quei dettagli anomali che impediscono a “Wrath” di essere il capolavoro all’altezza dei suoi predecessori: volendo spingere verso il suono live e brutale degli esordi la produzione sacrifica lievemente l’operato di Chris Adler, che si trova un suono imperfetto (ascoltate il rullante), inferiore all’estasi acustica del precedente “Sacrament”. Pur comprendendo la volontà di diversificare la proposta non ci si riesce ad abituare alle melodie accennate dallo screaming di Blythe (“In Your Words”). A volte, infine, un songwriting eccellente scade in ritornelli deboli (“Fake Messiah”), che sottolineano il difetto di una punta di coralità nella composizione. Tutti difetti perdonabili al 99% delle band del pianeta, ma sia chiaro che stiamo scrivendo dei Lamb Of God, un gruppo meritevole di immensa fiducia che, pure alla luce di tali microscopici difetti, si candida comunque con sconsiderato anticipo alle poll 2009, dichiarando in maniera fragorosa l’invidiabile stazza, fame e caratura. Anche se i Lamb Of God non sono riusciti a superare di nuovo sé stessi, con attitudine irremovibile, “Wrath” rappresenta come dovrebbe essere un vero album heavy metal. Certificato.