7.0
- Band: LANCER
- Durata: 00:51:15
- Disponibile dal: 11/08/2023
- Etichetta:
- Fireflash Records
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A sei anni di distanza dal precedente full-length “Mastery”, per questo quarto album, intitolato “Tempest”, ritroviamo i Lancer in maniera sensibilmente rinnovata. A livello di line-up, cambiano cantante e batterista, con l’innesto, rispettivamente, di Jack L. Stroem e di Pontus Andrén. Soprattutto, però, a livello di stile: mentre il precedente album era infatti focalizzato principalmente verso un classicissimo ed eccessivamente derivativo power di stampo teutonico, adesso la band, pur mantenendo certamente questo tipo di influenze (pensiamo a Helloween, Primal Fear o Freedom Call) – evidentissime ad esempio in una traccia come “Out Of The Sun” – accoglie maggiormente anche elementi di matrice neoclassica o del power svedese, sulla scia di gruppi come Narnia, Tad Morose o Dream Evil, con una vena tendenzialmente un po’ più dark.
Certamente molto diverso è l’approccio del cantante rispetto al suo predecessore: mentre quest’ultimo davvero esagerava negli acuti e nelle tonalità alte, Stroem è certamente di ben altro livello sotto il profilo interpretativo, e di questo ne beneficiano tantissimo le canzoni. Inoltre, i brani, per quanto in linea di massima non presentino strutture particolarmente complesse, sono comunque un po’ meno diretti e senz’altro meno scontati, prevedendo di volta in volta qualche intermezzo, qualche stacco un po’ diverso o qualche divagazione strumentale: in tal senso, oltre ai due chitarristi, Fredrik Kelemen e Ewo Solvelius, anche il bassista Emil Öberg riesce a ritagliarsi qualche spazio per fare un po’ di sfoggio della sua tecnica, ma in ogni caso il tutto avviene in modo molto spontaneo, senza alcuna ostentazione.
I brani sono dunque senz’altro più grintosi e i refrain sono melodici senza mai essere stucchevoli: sotto questo profilo, si mettono in evidenza canzoni come “Fan The Flames”, “Entity”, “Blind Faith” e “Eye For An Eye”, ma c’è anche un pezzo decisamente più melodico (praticamente una power ballad), che è la title-track. Insomma, è passato un po’ di tempo (a causa del Covid-19, probabilmente anche più di quanto la band avesse preventivato), ma i Lancer hanno saputo ricostruirsi, ripartendo dalle loro migliori qualità con nuovo slancio e nuove idee, lasciandosi alle spalle un disco un po’ deludente come “Mastery”.
Non siamo rimasti in realtà molto soddisfatti del risultato in termini di produzione (a nostro parere sarebbe stato preferibile un suono più pulito e moderno), ma per il resto riteniamo decisamente valido questo ritorno della band svedese che, oltre a dimostrare di possedere maggiore personalità, in tutta sincerità non ci aspettavamo di ritrovare a questi livelli sia dal punto di vista compositivo che interpretativo.