7.0
- Band: LAST IN LINE
- Durata: 00:52:34
- Disponibile dal: 22/02/2019
- Etichetta:
- Frontiers
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I Last In Line, per chi non li conoscesse, sono una band messa in piedi da Vivian Campbell, Jimmy Bain e Vinny Appice, storici membri della prima incarnazione dei Dio, che nel 2016 ha pubblicato il disco d’esordio. Orfani di Bain, purtroppo venuto a mancare proprio nel 2016, Campbell e soci hanno reclutato al basso Phil Soussan ed oggi pubblicano il loro secondo lavoro in studio, intitolato semplicemente “II”. Una breve intro atmosferica introduce un brano che stupisce, visto “Blackout The Sun” infatti non porta avanti il classico hard rock/heavy metal anni Ottanta a cui i Last In Line ci avevano abituati con il loro precedente lavoro: il sound infatti è più moderno, americano, caratterizzato da ritmiche scandite e da parti vocali pieni di groove. Lo stesso discorso vale per la successiva “Landslide”, più veloce e melodica. Con “Year Of The Gun” la band torna a suonare alla vecchia maniera, sciorinando riff heavy ed incalzanti, Vinny Appice picchia con il suo stile inconfondibile e Campbell ci delizia con i suoi riff di matrice classica. Il chitarrista dei Def Leppard in questo disco offre il meglio di sé, sia in fase ritmica che solista infatti, Vivian sfoggia una classe davvero inarrivabile, confermandosi la vera forza motrice dei Last In Line. Anche Andrew Freeman si fa valere, dimostrandosi un grande cantante, perfetto per le composizioni della band. “Give Up The Ghost” è un roccioso midtempo sullo stile dei Dio, quadrato e roccioso, ma impreziosito dal tocco catchy delle linee vocali. Anche “The Unknow” e “Sword Of The Stone” contengono forti richiami al passato di questi musicisti, ma grazie alla produzione il risultato all’ascolto è fresco ed attuale. Rispetto al primo disco d’esordio però, a “II” mancano dei pezzi veramente superlativi, la qualità generale si mantiene su livelli discreti, ma senza mai far gridare al miracolo. Il disco è stato prodotto da Jeff Pilson (Dokken, Foreigner), un vero mago dietro al banco di registrazione, che grazie alla sua esperienza ha saputo tirar fuori dei suoni che soddisferanno sia i fan più nostalgici sia chi ama le produzioni più al passo con i tempi. Un ritorno convincente quello dei Last In Line, che speriamo di rivedere presto calcare un palco sul suolo italico.