7.0
- Band: LAY DOWN ROTTEN
- Durata: 00:42:07
- Disponibile dal: 27/02/2012
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Talvolta far parte del roster di una grande etichetta è quasi uno svantaggio, perlomeno se il sound che si propone è vicino a coordinate estreme e vecchio stampo. Solitamente, infatti, gli amanti di queste sonorità sono soliti seguire con estrema attenzione le uscite di piccole label “di culto” e snobbare un po’ quanto offerto dai colossi del mercato, in quanto spesso considerati poco affidabili o non abbastanza “trve”. Questo preambolo per provare a trovare una motivazione dietro gli scarsi consensi ottenuti dai death metallers tedeschi Lay Down Rotten da quando questi hanno firmato per Metal Blade. Certo non geniali, ma onesti e preparati, i Nostri hanno negli ultimi anni pubblicato un paio di buoni album, tutti però usciti in sordina, almeno al di fuori dei patri confini. Può darsi forse che la band paghi oltremodo anche il fatto di essere il cosiddetto pesce piccolo all’interno di un roster colmo di gruppi stra-noti e di essere costretta a godere soltanto delle briciole del budget promozionale che la casa discografica mette a disposizione della propria scuderia. Insomma, resta il fatto che i Lay Down Rotten ci appaiono come una formazione un po’ sfigata, che pare sempre impegnarsi tanto, ma che, alla fine dei conti, non riesce mai a compiere veri passi in avanti in termini di riconoscimenti. “Mask Of Malice” è l’ennesimo tentativo dei ragazzi… il loro primo album dopo lo split col chitarrista e membro fondatore Daniel Jakobi e, tutto sommato, la loro opera più riuscita tra quelle realizzate su Metal Blade. L’innesto di Daniel “Kensington” Seifert alla sei corde sembra aver portata una nuova ventata d’aria fresca e di ispirazione in seno al gruppo, che oggi si muove su registri un po’ più agili e melodici rispetto al passato, senza però tradire affatto il proprio retaggio old school. I riff, in particolare, suonano maggiormente catchy e presentano qua e là qualche spiccata influenza At The Gates che ben si amalgama al resto del background swedish dei Nostri, a base di Edge Of Sanity e Hypocrisy. Tuttavia, anche le sezioni più heavy e quadrate risultano più accattivanti del solito (sentire la title track o “Swallow The Bitterness”), così come gli spunti melodici, questi ultimi particolarmente riusciti soprattutto in “Hades Resurrected”. In sintesi, con “Mask Of Malice” il quintetto ha provato a confezionare qualcosa di più orecchiabile, evitando però di “svendersi” a trend o facilonerie. Il risultato è un album tanto lineare quanto gradevole, che a livello formale ha poco o nulla fuori posto. Purtroppo temiamo che il marchio Metal Blade e una produzione pulitina terranno sempre e comunque lontano i cosiddetti “talebani”, ma i death metal fan che non si prendono troppo sul serio e che apprezzano molto lo stile europeo potranno godere di un buon dischetto.