7.0
- Band: LAZARUS DREAM
- Durata: 01:14:05
- Disponibile dal: 17/06/2022
- Etichetta:
- Pride & Joy Music
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Avevamo lasciato i Lazarus Dream con “Alive”, un disco di debutto che non andava oltre una risicata sufficienza e a qualche brano canticchiabile ma poco incisivo. Ora ritroviamo il gruppo tedesco, nato dalla collaborazione tra il cantante Carsten “Lizard” Schulz (Domain, Evidence One, Devoid) ed il chitarrista Markus Pfeffer (Barnabas Sky, Winterland) con un lavoro che pare indossare gli Stivali Delle Sette Leghe ed aver fatto passi importanti rispetto a solo due anni fa. Niente di trascendentale, ma “Lifeline”, pur essendo il classico disco di melodic hard rock di stampo tedesco che segue la via tracciata da band come Domain e Bonfire (ma l’ombra di quel sound americano è sempre un po’ presente ricordando Dokken, Winger e Tyketto), raccoglie al suo interno alcune composizioni ben assestate e sicuramente più potenti e compatte rispetto al passato. La band cade ancora nell’eccessiva generosità di inserire fin troppa carne al fuoco (anche stavolta quattordici pezzi nella tracklist e settantacinque minuti di musica, se consideriamo le due bonus), ma dimostra di aver inquadrato in maniera più efficace i propri obbiettivi con canzoni dal buon gusto melodico – sempre accompagnate dalla convincente prova al microfono di Carsten – e supportate da una produzione impeccabile. Certo, ognuno dei pezzi qui contenuti mostra una struttura piuttosto semplice senza sfoggi di tecnica strumentale, ma è indubbio che brani come “Dead End Symphony”, “Mind Like A Windmill” e “Freedoom” possiedano un elevato impatto spinti da riff decisi e linee vocali convincenti. E un ruolo importante lo giocano le tastiere e l’hammond, utilizzato quest’ultimo in alcuni passaggi, ad opera del talentuoso musicista americano Derek Sherinian (ex Dream Theater, Sons Of Apollo). Il disco continua sui ritmi sostenuti che corrono sulle note della trascinante “Overdose Of Paradise” prima che le sonorità settantiane, dalle soffuse influenze funky, risplendano attraverso la piacevole lenta “Love Without A Net”. Difficile resistere alle catchy melodie di “Crack The Hourglass”, brano intrigante che nella sua semplicità riesce a catturare ben presto l’attenzione, per poi concludere con la massiccia e powereggiante “Lonely Is The Night”.
Davvero piacevole il ritorno dei Lazarus Dream, per gli amanti dell’hard rock ben equilibrato tra potenza e melodie.