LEAVES’ EYES – Myths Of Fate

Pubblicato il 13/03/2024 da
voto
6.5
  • Band: LEAVES' EYES
  • Durata: 00:49:47
  • Disponibile dal: 22/03/2024
  • Etichetta:
  • AFM Records

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Con oltre due decadi di carriera alle spalle, e dieci album (di cui uno live) pubblicati, i Leaves’ Eyes hanno oramai raggiunto una posizione solida e di rispetto all’interno dell’ecosistema symphonic metal e possono confidentemente figurare accanto a nomi celebri come Epica, Beyond The Black, Eleine o Frozen Crown. L’ultima fatica discografica del sestetto teutonico si affida completamente agli strumenti del mestiere condivisi largamente da tutte le band sopra citate: voci liriche femminili, possenti orchestrazioni di tastiera, growl di contorno e chitarre cavalcanti che sfogano in qualche timido e sporadico solo.
Immergendosi nei testi, prima di essere ‘distratti’ dalle melodie, si capisce subito come “Myths Of Fate” segua la traccia vichinga e norrena da sempre battuta dai Leaves’ Eyes e affondi le sue radici nel folkore nordico fatto di divinità beffarde, atti di ineguagliabile valore e, ovviamente, spade create da fabbri nanici all’interno di forge infuocate. Che piaccia o meno, le opere magne della mitologia scandinava come l’”Edda” poetica islandese o la “Kalevala” finnica sono sempre state fonte di grande ispirazione per il gruppo, e “Myths Of Fate” non accenna minimamente a cambiare rotta.
Dal lato prettamente musicale l’opera non si distacca dalla visione portata avanti negli ultimi album, anche se è palese come la cantante Elina Siirala – unitasi alla band solo nel 2016, sostituendo la ben più nota Lyv Kristine – abbia contribuito ad un addolcimento delle parti vocali, guidando la band su terreni decisamente più rock e abbandonando i gorgheggi lirici e i ghirigori canori della precedente era, mentre ampio spazio viene ancora dato alle composizioni corali, un vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo sin dagli esordi, creando una solida malta in brani come “In Eternity” e “Fear Of The Serpent”.
Le tastiere ricoprono ancora un ruolo estremamente importante sia nella creazione di tappeti d’archi e riempitivi orchestrali come accade in “Forged By Fire” – che si pone come un buon intro dell’intero album, capace di introdurre l’ascoltatore allo stile che verrà seguito – sia dal punto di vista più solista, come nella marziale “Sons Of Triglav”, in cui prendono la forma di violini o corni da guerra regalandoci un crescendo marciante e decisamente epico, nonché una delle migliori tracce dell’intero album.
Rimanendo fedeli al genere proposto, le chitarre sono quasi sempre parte del tessuto ritmico, ad incastrarsi con la doppia cassa della batteria ed emergendo in sporadici fraseggi o in un paio di soli (“Elder Spirit”) che si fondono forse troppo con il substrato strumentale, anche a causa di un mixing piuttosto impietoso nei confronti di tale strumento che, ad opinione di chi scrive, avrebbe meritato un’enfasi maggiore.
Ad interrompere l’andamento epic symphonic dell’album troviamo “Goddess Of The Night”, l’unico vero accenno di ballata in cui le sonorità acustiche prendono il posto degli aspri distorsori, e melodici flauti accompagnano la voce della Siirala in un malinconico notturno, interrotto soltanto da un accorato solo di chitarra che ne fa da coda. Il pezzo, pur non essendo sconvolgente, risulta piacevole e ben scritto, in grado di portare una piacevole ventata di freschezza.
“Myths Of Fate” è un album adatto ai fan del genere di lunga data, capaci di accettare una deriva decisamente più rock di una band non certo caratterizzata da un approccio avanguardistico e sperimentale. Gli ascoltatori che hanno seguito lo sviluppo di questo progetto discografico si ritroveranno davanti ad un prodotto gradevole ma, ahinoi, in parte già ascoltato, visto che quasi la metà dell’album è stata rilasciata nei quattro mesi precedenti l’uscita del full-length; filosofia questa sempre più adottata nell’era dello streaming e dell’ormai patologico deficit attentivo dell’utente medio.
L’ultimo prodotto dei Leaves’ Eyes è un’opera sicuramente sufficiente di una band che non riesce (o non vuole) uscire dal seminato stilistico in cui è rimasta cristallizzata ormai per due decadi; un album ascoltabile – seppur con qualche sbavatura di sottofondo – ma che non fa altro che aggiungere un tassello ad un puzzle ventennale piuttosto monocromatico.

TRACKLIST

  1. Forged by Fire
  2. Realm of Dark Waves
  3. Who Wants to Live Forever
  4. Hammer of the Gods
  5. In Eternity
  6. Fear the Serpent
  7. Goddess of the Night
  8. Sons of Triglav
  9. Elder Spirit
  10. Einherjar
  11. Sail with the Dead
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