7.0
- Band: LEAVES' EYES
- Durata: 01:03:13
- Disponibile dal: 27/08/2009
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Squadra che vince non si cambia! Verrebbe da dire proprio così trovandosi di fronte al nuovo lavoro dei Leaves’ Eyes, compagine teutonica che altro non è se non gli Atrocity con la bravissima Liv Kristine alla voce. Dopo il buon “Vinland Saga”, concept album che traeva spunto dalla mitologia nordica, ecco l’altrettanto buono “Njord” le cui tematiche sono le medesime ma questa volta vedono protagonista il dio norreno del vento e della navigazione. Qualcuno potrebbe obiettare sulla ripetitività degli argomenti trattati o sullo stile della band, ma dobbiamo riconoscere a questi sei ragazzi una certa capacità di rinnovarsi e di attirare l’attenzione dell’ascoltatore. Infatti se il primo lavoro “Lovelorn” aveva un impianto di stampo tipicamente gothic, se il già citato “Vinland Saga” aveva tutte le carte in regola per poter ricoprire il ruolo di soundtrack in una pellicola di genere, quest’ultima fatica pesca dalla tradizione nordica del folk, con influenze che sembrano arrivare addirittura da Loreena McKennitt. Altro punto a loro favore è il fatto di non deludere l’ascoltatore, che di fronte a lavori del genere spesso è prevenuto per il timore di trovarsi di fronte al solito sound trito e ritrito. Nulla da eccepire: l’album è ben suonato e ottimamente cantato, anche se la prova del volenteroso Alexander Krull non ha niente a che vedere con l’ottima Kristine, la produzione è attenta e precisa e il risultato finale si attesta su valori decisamente buoni. Certo alcuni difetti non mancano: oltre alla già citata prova non esaltante di Krull, troviamo un songwriting che soprattutto nella parte finale dell’album perde un po’ di consistenza senza dimenticare il fatto che una release di questo tipo non può certo fare affidamento sull’effetto sorpresa o sull’innovazione stilistica. Ma nel complesso possiamo consigliare senza riserve questo lavoro, che nell’insieme è piacevole all’ascolto e a differenza di altri celebrati lavori non risulta pacchiano, scontato e stancante.