5.5
- Band: LED ZEPPELIN
- Durata: 00:33:03
- Disponibile dal: 19/11/1982
- Etichetta:
- Swan Song Records
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Sebbene “Coda” figuri sempre all’interno della discografia degli album ufficiali in studio dei Led Zeppelin, di fatto rappresenta un lavoro a sè stante. In primo luogo per la sua natura di album ‘postumo’, pubblicato ben due anni dopo lo scioglimento della band, ma soprattutto per il suo contenuto, che non si configura esattamente come il seguito di “In Through The Out Door”, quanto piuttosto come una raccolta di materiale inedito, recuperato da diverse sessioni nel corso della carriera dei Led Zeppelin.
Pubblicato quasi più per onorare gli ultimi obblighi contrattuali con la Atlantic, che per reale esigenza artistica, “Coda” rappresenta un triste epilogo per la carriera stellare dei Led Zeppelin.
Scorrendo la tracklist troviamo “We’re Gonna Groove”, un vecchio brano che la band suonava fin dal 1969 (accreditato come inedito in studio, sebbene di fatto provenisse da una registrazione dal vivo del 1970), assieme a “I Can’t Quit You Baby”, registrata durante il soundcheck del medesimo concerto. “Poor Tom” proviene invece dalle registrazioni di Led Zeppelin III, ma si tratta di un brano abbastanza anonimo, quasi improvvisato, privo della magia che aleggia sulle registrazioni di Bron-Y-Aur. Lo stesso vale anche per “Walter’s Walk”, scartata inizialmente da “Houses Of The Holy”, e recuperata per raggiungere abbastanza materiale per la pubblicazione.
Il lato B del disco, invece, deve molto alle registrazioni di “In Through The Out Door”: “Ozone Baby”, “Darlene” e “Wearing And Tearing”, infatti, non si adattavano bene all’atmosfera del precedente lavoro e, inizialmente, dovevano essere pubblicate sotto forma di EP. Anche in questo caso non ci troviamo di fronte a brani trascendentali e giusto “Wearing And Tearing” emerge grazie ad uno stile più duro, in contrasto con le atmosfere melliflue disegnate da Jones nelle medesime sessioni. Trova infine spazio anche un doveroso omaggio a Bonham con “Bonzo’s Montreux”, costruita su una registrazione di batteria che Page completa con alcuni effetti sonori e loop.
Le vendite di “Coda”, al netto del contenuto abbastanza scarno, tutto sommato non deludono, ma una formazione come i Led Zeppelin avrebbe meritato un epitaffio discografico ben più splendente. Il sipario si chiude sulla discografia ufficiale dei Led Zeppelin, ma per fortuna ci saranno altre storie da raccontare, perché quando si entra nella leggenda, non c’è spazio per l’oblio, ma solo per il mito.