LED ZEPPELIN – I

Pubblicato il 01/04/1969 da
voto
9.0
  • Band: LED ZEPPELIN
  • Durata: 00:44:46
  • Disponibile dal: 12/01/1969
  • Etichetta:
  • Atlantic Records
  • Distributore: Warner Bros

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Siamo nell’ottobre del 1968 e per i Led Zeppelin arriva il momento di entrare agli Olympic Studios di Barnes per dare vita al loro primo album. Le registrazioni in studio portano via ai quattro appena trenta ore, per un costo totale del master pari a 1750 sterline, artwork incluso. La band non ha ancora un contratto discografico, ma Page, che definire parsimonioso è un eufemismo, ha fatto fruttare bene i suoi anni da turnista e investe una bella fetta dei suoi risparmi nel progetto, tenendone ben salde le redini. Grazie alla sua notevole esperienza in studio, il chitarrista sa perfettamente come muoversi, riuscendo a mettere in atto soluzioni anche innovative, piazzando microfoni aggiuntivi per registrare il suono ambientale.
Con l’occhio lungo di chi sa come gira il music business, Page e Peter Grant rivolgono quindi il loro sguardo ai ricchi Stati Uniti, più aperti rispetto all’ambiente conservatore dell’Inghilterra. Il nome dei Led Zeppelin inizia a circolare, Peter Grant inizia a bussare alle porte delle principali etichette discografiche e, intanto, riesce a fissare una serie di date strategiche, in locali importanti, anche a costo di suonare gratis. La strategia si rivela vincente, oltre ogni più rosea aspettativa: se, infatti, la maggior parte delle formazioni sono costrette ad anni di gavetta prima di raggiungere fama e successo, i Led Zeppelin bruciano le tappe in maniera impressionante. Un colosso come la Atlantic si fa avanti e Grant riesce a portare a casa un contratto pazzesco: si parla di duecentomila dollari di anticipo più una percentuale sulle royalties da capogiro. Il tour americano, intanto, sta mandando il pubblico in visibilio: i concerti vanno talmente bene, che la band è costretta ad allungare la durata del proprio show, suonando qualunque cosa a loro disposizione, compresi brani improvvisati su due piedi, vecchi cavalli di battaglia del blues o del rock ‘n’ roll. Senza avere nemmeno il disco nei negozi, i Led Zeppelin si ritrovano a suonare per due-tre ore a sera.
Le nove tracce di “Led Zeppelin” presentate alla Atlantic Records mescolano sapientemente materiale inedito e vecchi blues suonati con piglio sfrenato ed incendiario. L’album si destreggia con invidiabile equilibrio tra momenti di adrenalina pura, viaggi sonori ipnotici e momenti più delicati: da una parte “Good Times, Bad Times” e “Communication Breakdown”, due schegge di hard blues selvatico; dall’altra il lamento disperato di “Babe I’m Gonna Leave You”, con le chitarre acustiche di Page ad accompagnare uno stratosferico Robert Plant. Un paio di blues di Willie Dixon (“You Shook Me” e “I Can’t Quit You Babe”) permettono al chitarrista di mostrare tutta l’esperienza maturata, regalando riletture personali e coinvolgenti di fraseggi così classici; mentre “Your Time Is Gonna Come” mette in piedi un’atmosfera quasi spiritual, guidata dall’organo di John Paul Jones. Direttamente dall’esperienza con gli Yardbirds ritorna prepotentemente “Dazed And Confused”, viaggio ipnotico e acido che parte da un pezzo di Jake Holmes (colpevolmente non accreditato) per poi tramutarsi in una discesa infernale, soprattutto nella sua riproposizione dal vivo, in cui Page fa sfoggio della sua tecnica con l’archetto a stridere sulle corde della sua chitarra elettrica. Il disco si conclude, quindi, con “How Many More Times”, le cui origini partono dall’esperienza nei Band of Joy di Plant e Bonham, che con i suoi otto minuti abbondanti di durata rappresenta in maniera perfetta quanto descritto finora.
Se però avessimo ‘solo’ a che fare con un eccellente lavoro hard blues, non riusciremmo a spiegare il perché di un tale successo. Quello che è importante sottolineare è come “Led Zeppelin I” abbia di fatto alzato l’asticella di tutto ciò che sul finire degli anni Sessanta è considerato rock pesante. Il pubblico vuole musica forte, suonata al massimo volume, e i Led Zeppelin portano tutto all’estremo, segnando una nuova linea di confine. Formazioni affermate vedono la loro luce sbiadirsi di fronte all’energia primordiale dei quattro, mentre le giovani band che stanno muovendo i primi passi negli stessi anni, come Deep Purple e Black Sabbath, si buttano anima e corpo in una sana competizione, cercando di superare quel limite, portandolo ancora più in là. Di fronte ad un debutto di questo livello e ad un successo così rapido da sembrare innaturale, una domanda inizia a serpeggiare: che i Led Zeppelin abbiano venduto l’anima al Diavolo?

TRACKLIST

  1. Good Times Bad Times
  2. Babe I'm Gonna Leave You
  3. You Shook Me
  4. Dazed And Confused
  5. Your Time Is Gonna Come
  6. Black Mountain Side
  7. Communication Breakdown
  8. I Can't Quit You Baby
  9. How Many More Times
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