9.5
- Band: LED ZEPPELIN
- Durata: 00:42:39
- Disponibile dal: 08/11/1971
- Etichetta:
- Atlantic Records
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L’8 novembre 1971 veniva pubblicato “Led Zeppelin IV”, il quarto lavoro in studio della più grande rock’n’roll band di tutti i tempi. Un paradosso la copertina scarna, priva di titolo e logo della band (fatta eccezione per i quattro simboli misteriosi che si erano confezionati i musicisti), anonima, che per legge del contrappasso è stata scelta per quello che sarà ricordato come il disco perfetto, quello più famoso dei Led Zeppelin. Pieno di capolavori, certo, ma soprattutto segnato dalla presenza di “Stairway To Heaven”, considerata quasi all’unanimità come il più bel pezzo rock della storia, che ha reso il disco immortale. L’hard rock spumeggiante di “Black Dog” scandisce l’inizio delle danze, riff che hanno fatto scuola affiancano la squillante voce di Robert Plant in un vero classico che ogni musicista che si rispetti ha studiato per imparare le tecniche dello strumento. Segue l’esplosiva e trascinante “Rock’n’Roll”, tanto semplice e diretta quanto efficace: in una manciata di note Jimmy Page riesce a far ribollire il sangue nelle vene, sorretto dal potente drumming di John “Bonzo” Bonham e dal sempre impeccabile Plant al microfono. La storia ci racconta che questo pezzo è nato da una jam che la band ha tenuto insieme a Ian Stewart dei Rolling Stones. L’ascolto si tinge di fantasy ed epicità con “The Battle Of Evermore”, litanie di altri tempi ci vengono narrate da un Plant in veste di cantastorie, a cui viene affiancata la bravissima cantante Sandy Denny, singer dei Fairpoint Convention. Questa canzone è stata sottoposta ad analisi di ogni tipo e molte di queste hanno convenuto che i Led Zeppelin si siano ispirati alle opere di J.R.R. Tolkien, il papà de “Il Signore Degli Anelli”. Il quarto brano del quarto disco dei Led Zeppelin non necessita presentazioni, la già citata “Stairway To Heaven” è magia pura. Scenari fantastici, linee vocali mistiche, magiche, che attingono dalla passione che Jimmy Page nutriva per le arti occulte ed esoteriche, hanno fatto storcere il naso ai perbenisti dei tempi. Led Zeppelin satanisti, adoratori del Maligno? Ed ancora, messaggi subliminali ascoltando “Stairway To Heaven” al contrario? Accusati ed assolti. Indubbiamente il rock è sempre stato accostato alla figura del diavolo, ma a noi interessa davvero? E’ la musica che deve parlare e qui siamo di fronte ad uno dei più clamorosi capolavori di tutti i tempi. Parti sognanti e folk lasciano preso spazio alla veste più dura della canzone, che esplode prima con il lungo, leggendario assolo di Jimmy Page , poi con le urla drammatiche di Plant. “Led Zeppelin IV” non ha ancora finito di stupirci: l’incalzante e rabbiosa “Misty Mountain Hop” lascia presto spazio a due episodi meno conosciuti, la decisa “Four Sticks” e l’acustica “Going To California”. Le degna conclusione di quest’opera epocale viene affidata a “When The Leeve Breaks”, che mostra l’anima più blues dei quattro musicisti inglesi. Senza respiro, ma estasiati, “Led Zeppelin IV” si ascolta tutto d’un fiato con la consapevolezza che monumenti di tale portata difficilmente si potranno ripetere in tempi moderni; oggi l’ispirazione viene uccisa in nome del Dio Denaro e nel mercato musicale sembra non esserci più spazio per i geni. Fortunatamente capolavori come questo possiamo riascoltarli tutte le volte che vogliamo, perché anche alla millesima passata sul lettore il cuore si emoziona come se fosse la prima volta!