6.0
- Band: LEGION OF THE DAMNED
- Durata: 00:45:49
- Disponibile dal: 04/01/2019
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Passano gli anni, quattordici per la precisione, ma la voglia di non-cambiare dei Legion Of The Damned è rimasta immutata e inattaccabile. Certamente un pregio se i lavori prodotti in questo lasso di tempo, sempre per la cronaca siamo arrivati a sette, avessero qualità tali da renderli quantomeno degni di essere menzionati (“Cult Of The Dead” escluso). Ma purtroppo così non è. Se da una parte non vi sono dubbi circa l’encomiabile coerenza del gruppo guidato da Maurice Swinkels, garanzia assoluta di riff a raffica per un più che dignitoso mix di thrash and death, dall’altra è d’obbligo segnalare l’ennesimo colpo andato a vuoto, o quantomeno ‘a salve’ sparato sulla folla dalla band olandese. Anche con il qui presente “Slaves Of The Shadow Realm” siamo infatti di fronte al tanto agognato ‘vorrei ma non posso’: i mezzi ci sono tutti, il sound è ben collaudato, ognuno ha ben chiaro cosa deve fare ma, a parte questo, non vi sono spunti essenziali che portino a bollare questo nuovo album con il più classico degli ‘…oh, era ora‘. Anche stavolta manca quell’ultima detonazione per fare il botto definitivo; sembra quasi che i quattro di Helden si accontentino del compitino, senza prendersi alcun rischio di troppo. Sicuramente questa formula garberà agli amanti delle stilettate in serie ‘senza se e senza ma’ tuttavia, ripetiamo, d’interessante in questa nuova release c’è proprio pochino: un’estenuante macinazione di riff spacca-collo che, alla lunga, scade in un ritmo vertiginoso al limite della monotonia . Da salvare, oltre all’attitudine generale dell’intero full-length, segnaliamo l’opener “The Widows Breed”, di notevole impatto, “Shadow Realm Of The Demonic Mind” e “Azazels Crown”, bonus track insieme a “Priest Hunt”. Il resto, duole ammetterlo, entra di diritto alla voce del già sentito, del ‘si poteva fare di più’. C’è quindi un pizzico di rammarico nel sentire che anche questa occasione è andata in qualche modo perduta: cinque anni non sono bastati ai Legion Of The Damned per dare un minimo di svolta al loro stile monolitico, e soprattutto monotematico. Alla prossima cari olandesi e buon anno!