LEPROUS – Coal

Pubblicato il 04/06/2013 da
voto
8.0
  • Band: LEPROUS
  • Durata: 00:55:50
  • Disponibile dal: 20/05/2013
  • Etichetta:
  • Inside Out
  • Distributore: EMI

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L’attesa per il nuovo disco dei norvegesi Leprous è ampiamente giustificata dai fasti dell’ultimo “Bilateral” e in generale da un’evoluzione sonora che ha portato la band a diventare una delle realtà in ambito progressive metal più interessanti del pianeta. Nonostante il tempo a disposizione per concepire e registrare il nuovo lavoro sia stato quanto mai stringato, considerando i numerosi concerti in giro per il mondo, bisogna ammettere sin dai primi ascolti che la nuova creatura del quartetto scandinavo mostra la medesima cura negli arrangiamenti e nei particolari ammirata in precedenza, non limitandosi a riproporre magari in una versione ancor più spiccia ed immediata i punti forti del succitato “Bilateral”, ma rielaborando i propri marchi di fabbrica in una versione fresca e differente. All’interno di un tessuto ritmico straordinariamente vario e ricercato, i Leprous innestano chitarre taglienti e melodie mai banali, marcate dall’ugola versatile del singer, anche alle tastiere, Einar Solberg. Il sound caotico di townsendiana memoria non è dimenticato pensando a pezzi quali “Chronic” o la stessa titletrack, così come compare nuovamente attraverso alcune linee vocali o ritmiche bizzarre quell’atmosfera delirante apprezzata nelle precedenti composizioni. La novità maggiore consiste tuttavia nell’incremento della componente epica, con un utilizzo differente delle tastiere, che crea un fitto tappeto condito da cori e vocalizzi in grado di conferire un’aura solenne, a tratti malinconica, oscura come suggerisce il titolo stesso, in composizioni quali l’opener “Foe” e i capolavori “The Cloak” e “The Valley”. A suggellare un disco ad altissima intensità c’è spazio anche per il featuring dell’amico Ihsahn (Ihsahn, ex Emperor), nel terremotante finale a titolo “Contaminate Me”. La struttura delle canzoni assume spesso e volentieri una forma libera dai classici schemi, un carattere tipicamente progressivo che forse renderà più ostico l’ascolto per i meno avvezzi a certe sonorità, ma si rivela allo stesso tempo una fonte continua di particolari, sfumature e sfaccettature che emergono ascolto dopo ascolto e ci fanno sospirare un quanto mai meritato: “lunga vita a ‘Coal’”.

TRACKLIST

  1. Foe
  2. Chronic
  3. Coal
  4. The Cloak
  5. The Valley
  6. Salt
  7. Echo
  8. Contaminate Me
3 commenti
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