7.5
- Band: LES DISCRETS
- Durata: 00:00:00
- Disponibile dal: 13/02/2012
- Etichetta:
- Prophecy Productions
- Distributore: Audioglobe
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Fursy Teyssier prosegue la sua carriera musicale licenziando una seconda prova dei post rockers Les Discrets. “Ariettes Oubliées…” è un’opera che sembra caratterizzarsi in maniera piuttosto diversa rispetto all’acclamato debutto “Septembre Et Ses Dernières Pensées”: il talentuoso cast a cui si affida il songwriter francese è lo stesso che collaborava nel primo album, tuttavia in questa occasione il Nostro pare volersi un po’ scrollare di dosso quella malinconia a base di folk bucolico che impregnava l’esordio, dando invece mostra di maggior euforia e vigore. Bastano infatti le prime tracce del lavoro per notare come la proposta dei Les Discrets abbia guadagnato in dinamismo ed energia: la sezione ritmica risulta immediatamente più decisa, così come appare aumentato l’apporto delle chitarre elettriche, che ora spesso e volentieri si assestano su registri pericolosamente vicini a quelli degli amici/colleghi Alcest. D’altra parte, crediamo sia difficile rimanere del tutto immuni all’influenza di un gruppo oggi molto fortunato come quello capitanato da Neige, con il quale Teyssier è da tempo amico e collaboratore. Su “Septembre…” il Nostro era riuscito a mantenere salda una propria personalità apparentemente senza grossi sforzi, ma su questo nuovo disco, complice in primis il vago inasprimento di certi suoni, i rimandi si fanno un po’ più insistenti e il paragone pressochè inevitabile. Spiragli di black metal si proiettano in uptempo come quello che si respira nel finale nella lunga “La Traversée”, che a tratti ricorda il materiale di un “Écailles De Lune”; l’ispirazione, però, non latita di certo e la classe dei Les Discrets riesce comunque a splendere sia qui sia nelle fluide strofe di “Le Mouvement Perpétuel”, canzone sublime che precede le epiche scosse post rock dell’altrettanto valida “Ariettes Oubliées I: Je Devine à Travers Un Murmure…”. A fare da contrasto a questi episodi dai riflessi cangianti, Teyssier offre momenti più riflessivi ed intimisti alla maniera del debut, i quali si esprimono nella raffinatezza di ballate dai risvolti chiaroscuri o nella soffice malinconia di cui è pregna una “Après L’Ombre”. Le controllate trame strumentali di “Les Regrets” concludono un album che – anche se a tratti perde un pochino di vista la personalità e l’integrità artistica degli esordi – conferma il talento di un artista che ci ha nuovamente saputo rendere piacevolmente partecipi della sua grande sensibilità.