6.5
- Band: LEVANIA
- Durata: 00:30:04
- Disponibile dal: 28/05/2023
- Etichetta:
- Ad Noctem Records
Spotify:
Apple Music:
Una formazione tricolore, con doppio cantante maschio/femmina, che suona un incrocio tra gothic e metalcore prodotto anche dal bassista dei Lacuna Coil. Non serve Sherlock Holmes per cogliere le similitudini tra il quartetto emiliano e i più famosi portabandiera del metal tricolore capitanati dallo stesso Maki Coti Zelavi, ma per chi avesse qualche dubbio basta ascoltare “Genesis” o “Skinless” per fugare ogni dubbio a riguardo, con Elena e Still (addetto anche synth) a ricalcare – in maniera piuttosto efficace, bisogna riconoscerlo – le vesti di Cristina Scabbia e Andrea Ferro, ovviamente prendendo come riferimento il periodo da “Delirium” in poi. Rispetto ai connazionali i Levania, forti di un’esperienza ormai ultradecennale, sembrano voler spingere maggiormente sul versante dell’elettronica, dando vita nella parte centrale della tracklist ad una manciata di brani dal sapore industrial: le varie “Hopeless”, “Atelophobia” e l’arabeggiante “Nadir”, con il giusto mix tra chitarroni compressi ed effetti elettronici ad accompagnare le due voci, sono perfetti per far ballare i fan di Deathstars, The Birthday Massacre e Motionless In White. Sul finale spazio per qualche frangente più alternativo (“Relief”, con voci robotiche e simil-breakdown dal passato più hardcore) e danzereccio (“Resilience”, con un ritornello perfetto per il dancefloor), e finanche un incursione rap nella title-track che ricorda in qualche modo gli Evanescence dei tempi di “Bring Me To Life”.
Un artwork evocativo e la potente produzione di Giuseppe “Dualized” Bassi (già in studio con i Fear Factory) chiudono il cerchio di un lavoro che non brilla certo per originalità ma, complice anche la durata contenuta, si lascia comunque ascoltare con piacere.