7.5
- Band: LIFEND
- Durata: 00:40:14
- Disponibile dal: 30/05/2008
- Etichetta:
- Wormhole Death
- Distributore: Audioglobe
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Non si può certo gridare al miracolo compositivo ascoltando questo “DeviHate”, secondo full-length album per i milanesi Lifend, ma siamo più che lieti di ri-accogliere su queste Hot-pagine una band che ha sempre dimostrato buona personalità e idee originali, sguazzando agevolmente tra le diverse sottocorrenti del death metal e non solo. Dopo la pubblicazione del debutto “Innerscars” – un disco certamente da riscoprire se al tempo non l’avevate considerato – il cambio d’etichetta e diversi problemi di line-up hanno seriamente minato l’esistenza del gruppo, ma ora che si ha la possibilità di ascoltare nuova musica composta da questi ragazzi, possiamo finalmente constatare come l’attesa non sia stata vana. I Lifend del 2008, diciamolo subito, sono molto meno complessi e parecchio più diretti che in passato, forti di un songwriting più snello, controllato e semplice, che non disdegna di strizzare l’occhio alle correnti più moderne del death (leggasi: death-core), come ad esempio nella superlativa “Purify Me”, canzone che sembra il perfetto incrocio tra Heaven Shall Burn e Dark Tranquillity e che apre “DeviHate” in modo poco originale ma assolutamente piacevole e devastante. Opener a parte, il resto del materiale si ricollega più strettamente al passato di Alberto Franchi e compagni, sebbene, come già detto, le composizioni siano diventate più in-your-face, brevi e semplici da assimilare: tra passaggi groovy e stoppati, hook melodici, accelerazioni swedish, continui cambi di tempo, aperture acustiche cariche di malinconia, synth e tastiere che arricchiscono il tutto con atmosfere sinistre e cupe, il platter si dipana attraverso quaranta minuti di violenza ammorbidita anche dai classici intrecci vocali del combo, privati questa volta della componente femminile, ma sempre coinvolgenti, grazie a dei chorus puliti curati e mai troppo ruffiani. Difficile estrapolare un pezzo che spicchi, ma “Parasite”, “Fail Better (Die!)” e “Silent Winds” – oltre al già declamato “Purify Me” – si fanno apprezzare un po’ di più. Restano da segnalare l’ottima produzione, il buon artwork e le ospitate alla voce di Dahmer dei Bastard Saints e di M. The Bard di Opera IX e The True Endless. Dunque, non siamo di fronte ad un capolavoro di innovazione, ma di sicuro “DeviHate” potrà soddisfare i palati fini dei fan del death metal melodico, contaminato e atipico. Graditissimo ritorno!