7.0
- Band: LIFESICK
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: 01/11/2024
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Il gruppo danese esordisce per Metal Blade Records con un disco che conferma le sonorità degli appuntamenti precedenti, vale a dire un hardcore-metal molto schietto, a tratti squisitamente ignorante – tanto da arrivare a sfiorare lidi beatdown – ma puntualmente avvolto in una produzione più metallica e ruvida, che ricorda il classico suono swedish death metal di marca Entombed (successivamente fatto proprio da band americane come primi Black Breath, Nails e Trap Them). La peculiarità dei Lifesick sta sostanzialmente qui, ovvero un suono dall’anima prettamente hardcore, con una sfrontatezza che evoca ambienti urbani di confine – nonostante la piccola città di Fredericia di primo acchito non ispiri chissà quale situazione disagiata – fusa con una resa sonora che sa tanto di death metal nordico.
La produzione, affidata a Jacob Bredahl (ex frontman degli Hatesphere) e perfezionata dal sempre più richiesto produttore statunitense Taylor Young (Xibalba, Nails, Kruelty), è appunto il filo rosso che attraversa e cuce insieme le due anime del gruppo, con le classiche chitarre-motosega abbinate a un comparto vocale molto sguaiato, sempre pronto a ricordarci che questo è prima di tutto un lavoro che nasce dalla strada.
Gli accenni slayeriani di “Death Wish” aprono le ostilità con la giusta verve, dando il via a una tracklist che colpisce il segno soprattutto all’altezza di episodi concisi come “Double Cross” e “Loved by None”.
A volte si ha la sensazione che la band non abbia a disposizione una gamma di idee e registri adeguata per reggere alcune delle composizioni più lunghe, cosa che impedisce al disco di elevarsi completamente; tuttavia, il quintetto riesce comunque a compensare con dinamiche serrate e una serie di tracce che, pur non sempre brillando per inventiva, a conti fatti sanno come strappare più di un sorriso all’ascoltatore.
Nel complesso, “Loved By None, Hated By All” non tradisce quindi le aspettative: non si tratta chiaramente di un lavoro che vuole reinventare il genere, ma di una sortita che già dal titolo celebra furia e rivalsa, senza mai prendersi la briga di guardare altrove o rendersi accessibile.
I Lifesick continuano insomma a costruire il proprio coerente percorso nella scena hardcore-metal, consolidando la propria identità e dimostrando che, nonostante qualche piccola ripetitività, sono una forza da non sottovalutare. Ora è probabile che il supporto di un’etichetta importante come la Metal Blade riuscirà a fargli fare qualche scatto ulteriore in termini di presa sul pubblico.