6.5
- Band: LIFESICK
- Durata: 00:30:11
- Disponibile dal: 21/12/2018
- Etichetta:
- Isolation Records
Spotify:
Apple Music:
Dalla prolifica Danimarca ancora un gruppo che si cimenta nella rilettura di certo hardcore metallizzato e death’n’roll in salsa lo-fi, il tutto condito da dosi massicce del tipico pedale HM-2. I Lifesick sono cinque ragazzi di Frederica che già hanno maturato una certa esperienza in altre band locali; “Swept In Black” è il loro secondo full-length, successore di “6.0.1”, LP uscito – tutto sommato in sordina – nel 2016 addirittura per Southern Lord. Oggi accasatisi presso la Isolation Records, questi danesi danno alle stampe un album che mette in primo piano una gran foga e un impatto certamente genuino, ma anche un songwriting che a tratti dimostra come la loro maturazione musicale sia ancora da definire. Il terreno su cui i Lifesick desiderano costruire sembra già fertile, se si pensa alle bordate che rispondono al nome di “Ignorance” o “Suicide Spell”, ma è altrettanto vero che non tutte la canzoni di “Swept In Black” si rivelino delle perle. Come i primi Black Breath, i Trap Them o i connazionali The Kandidate, la band sovente tenta di fondere la potenza e l’immaginario metal con una impronta vocale rozza e urlata e incursioni strumentali in territori più vicini all’hardcore o al punk, spingendo spesso su accelerazioni sferraglianti e su una sguaiataggine che invoca fortemente una resa live; in certi casi, tuttavia, assistiamo a tentativi un po’ goffi di mascherare con tonnellate di distorsione e marciume quello che, a livello di costrutto e soluzioni chitarristiche, un hardcore-metal sostanzialmente nella media. Ci può stare il volere rallentare e sfogarsi con qualche breakdown, ma se il risultato finale, a conti fatti, non va oltre una versione più ruvida e sporca dei Born From Pain, allora è normale non riuscire a gridare a chissà che miracolo. Comunque, nonostante uno stile a tratti un po’ ingenuo, i Lifesick dimostrano di essere capaci di scrivere alcune canzoni incisive e di avere ardore da vendere. Ora aspettiamo una prova di completa maturità, ma anche e soprattutto di vederli in concerto.