7.0
- Band: LIK (STOCKHOLM)
- Durata: 00:36:44
- Disponibile dal: 04/05/2018
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Classicissimo esempio di swedish death metal, “Carnage” (già il titolo è tutto un programma) dei Lik è un disco che potrà venire capito e apprezzato solo dai veri fanatici del cosiddetto ‘Stockholm sound’. La band è composta da alcuni volti noti dell’underground svedese – il batterista Chris Barkensjö (Witchery, Kaamos, Repugnant, Grave), il chitarrista/cantante Tomas Åkvik (live session per Bloodbath e Katatonia) e il bassista Niklas Sandin (Katatonia) – ed è una realtà ben lungi dal seguire una linea evolutiva tutta propria. Giunti al secondo full-length, i Nostri propongono infatti un death metal assolutamente tradizionale, abrasivo, lineare, marcito in un garage arrugginito, dove una bassa fedeltà – attentamente prodotta – è ponte tra il materiale dei primi Dismember e quello dei cugini Carnage. La tracklist procede ora di corsa, ora con passo claudicante, puntando su brani rapidi e senza grandi fronzoli. Qualche episodio è in verità capace di sfumature melodiche e di un ritmo più controllato, ma, anche in questi casi, non si tratta di nulla che i succitati Dismember non abbiano già prodotto in quegli omaggi maideniani tipici della seconda metà della loro carriera. “To Kill” apre con prepotente autorità, rubando però il riff portante ad una certa “Override Of The Overture”; da qui, per fortuna, il disco evita il sentore di plagio, risultando soltanto il sunto di una meticolosa attività di studio dei classici del death metal svedese. I Lik si fanno comunque apprezzare – e, in certi momenti, non poco – grazie ad alcuni veri lampi di ispirazione e a una verve parossistica che, nelle canzoni più veloci, lascia davvero il segno. Dal lotto emerge però soprattutto “The Deranged”, midtempo sontuoso in grado di sfoderare anche un groove prettamente Entombed al quale è impossibile resistere. Sebbene alcuni passaggi paghino un po’ troppo pegno a certe collaudatissime formule, senza mostrare l’estro di gente come gli Interment, “Carnage” appare dunque un lavoro piuttosto ben congegnato, frutto di un’interpretazione genuina e di inequivocabili capacità tecniche. Non resta quindi che consegnarsi all’ascolto e lasciarsi andare ad un po’ di headbanging.