5.0
- Band: LIKE MOTHS TO FLAMES
- Durata: 00:39:03
- Disponibile dal: 09/07/2013
- Etichetta:
- Rise Records
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La metalcore band di Columbus si ripresenta sul mercato dopo quasi due anni dal debut album “When We Don’t Exist”, lavoro che li ha portati all’attenzione del grande pubblico e legati alla Rise Records, etichetta ormai leader indiscussa di questa seconda generazione di band –core. Questi ragazzi dell’Ohio hanno riscosso un successo strepitoso, vendendo decine di migliaia di copie e riuscendo ad essere ingaggiati per tutte le date del Vans Warped Tour di quest’anno. Roba mica da poco! Un clamore ed un successo così rapido, generalmente, si accompagnano o ad una grandissima qualità della band in questione, oppure – e questa è, tristemente, la maggioranza dei casi – ad un ottimo tempismo nel cavalcare il trend del momento; ed il tutto si estingue tanto rapidamente come è cominciato. In molti aspettavano questi ragazzi al varco dato che, considerate le premesse iniziali, le aspettative su di loro erano abbastanza alte. Ma sembra che di passi avanti rispetto al primo lavoro sembra non ce ne siano stati. Anzi, tutt’altro. L’ascolto del primo pezzo – “You’ll Burn” – è di per sé sufficiente a far comprendere cosa c’è che non va nel complesso dell’album. Tutto suona incredibilmente già sentito e privo di idee, con quei soliti riff intercambiabili fatti di 3 note, interminabili breakdown tappa-buchi, stop ‘n go come se piovesse e aperture melodiche disperate e forzate che sembrano letteralmente appiccicate a forza alla canzone. Tutto dolorosamente monotono e mediocre. Nonostante il cantante Chris Roetter si muova bene tra lo scream e il growl, risulta ancora alquanto sgradevole alle prese con le clean vocals. Gli altri membri della band fanno il loro dovere, senza troppo entusiasmo. Ad ogni modo, qualche pezzo abbastanza valido riusciamo a trovarlo: “A Feast For Crows” e “Deathmarks” su tutti. La prima con il suo incedere cavalcante che rende impossibile tener ferma la testa e la seconda con quel chorus anthemico che promette di fare faville in sede live. Il resto del lavoro, come avrete intuito, non è assolutamente all’altezza, dandoci sovente la fastidiosa sensazione di non capire quando finisce una traccia e ne inizia un’altra – provate ad ascoltare distrattamente “The Common Misconception e “I Solemny Swear” per credere. I Like Moths To Flames sembra si siano un po’ adagiati sugli allori del successo ed abbiano deciso di seguire la strada comoda e già battuta, riproponendo le stesse soluzioni adottate nel primo full length, senza però fare i conti con un mercato discografico ormai più che saturo, dove decine e decine di band che offrono la stessa proposta sgomitano per ritagliarsi una posizione. Passi falsi come questi possono costare molto cari. I Nostri hanno sprecato questa occasione stavolta, speriamo nel futuro.