7.0
- Band: LIMP BIZKIT
- Durata: 00:31:55
- Disponibile dal: 31/10/2021
- Etichetta:
- Suretone
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Dolcetto o scherzetto? Entrambi, verrebbe da dire nel caso dei Limp Bizkit, che dopo averci ‘scherzato’ per anni con il fantomatico “Stampede Of The Disco Elefant” (degno erede di “Chinese Democracy” ) ci regalano a sorpresa nel giorno di Halloween “Limp Bizkit Still Sucks”, ritorno a dieci anni di distanza da “Gold Cobra”. Dopo essere passati in fretta da ‘giovani promessse’ a ‘soliti stronzi’ con la complicità di MTV, i cinque di Jacksonville sembrano ora pronti, complice l’ondata retromaniaca che si sta spostando dagli anni ’80 ai ’90, a diventare ‘venerati maestri’. E così proprio quando temevamo per la carriera di Fred Durst, in bilico tra improbabili film da regista e una vita in studio come neanche Axl Rose, ecco che l’ex rapper bianco più famoso dopo Eminem ci trolla tutti: prima presentandosi con un improbabile look in versione ‘Sabotage’ e poi facendo uscire un disco atteso da un decennio senza uno straccio di promozione (per tacere dell’artwork autoironico quanto si vuole, ma comunque inguardabile). In tutto questo comunque la cosa più importante era e resta la musica, e anche da questo punto di vista Fred e soci non sembrano aver perso il tocco magico: “Out Of Style” più che una dichiarazione d’intenti è una chiamata alle armi (al grido di “DJ Lethal!”) alla “My Generation”, così come l’autocitazionismo di “Dirty Rotten Bizkit” (nuova versione di “Hot Dog”, solo con meno ‘fuck’) farà sangue agli adolescenti Y2K, pronti di nuovo a girare la visiera del NFL come Stallone in “Over The Top”. Anche il primo singolo “Dad Vibes”, che pure non ci aveva particolarmente colpito al primo ascolto, gira bene dopo qualche passaggio (complice un testo evidentemente pensato per gli ex adolescenti ora divenuti padri di famiglia e impiegati del mese), mentre da qui in poi comincia il ‘Fred & Friends show’. Se “Turn It Up Bitch” e “Snacky Poo” sono due pezzi hip-hop (con tanto di skit ad allungare il brodo) in cui l’MC si fa accompagnare dal solo DJ Lethal, tocca a Sam Rivers fare da spalla all’ex uomo col cappellino rosso in “Empty Hole”, ballad acustica che tuttavia sfigura rispetto a “Don’t Change” (cover degli INXS che rimanda a“Behind Blue Eyes”). Il resto della tracklist spazia dal divertimento senza troppe pretese (il quasi pop-punk “Barnacle”) all’auto-dissing (“Love The Hate”, sorta di “All In the Family” fatta in casa), passando per ballate acide (“You Bring The Worst On Me”) e pastiche chimico-industrial (“Pill Popper”) prima di chiudere in bellezza con “Goodbye” (scritta con Zakk Cervini, produttore di grido del pop-punk da classifica), che non c’entra un cazzo ma piace grazie a quella chitarra a là Sugar Ray. Come nel caso degli Offspring, con un po’ di cinismo potremmo obiettare che mezz’ora (venti minuti e rotti per la questura) dopo dieci anni sono un po’ poco e che quasi metà disco è quasi un side-project del cinquantenne coi mustacchi: tutto vero, ma anche se è un peccato manchi all’appello “Ready To Go” (preview di “Stampede…” del lontano 2013) alla fine ciò che importa a noi fan è avere nuova musica e a loro quattro o cinque pezzi da inserire nella consueta scaletta ‘Greatest Hits ’99-00’. I Limp Bizkit fanno ancora schifo, lunga vita ai Limp Bizkit!