7.0
- Band: LINEA 77
- Durata: 00:38:42
- Disponibile dal: 16/04/2010
- Etichetta:
- Universal Republic
- Distributore: Universal
Spotify:
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La metamorfosi è compiuta. Partiti come band dal forte appeal internazionale, i Linea 77 con gli anni hanno di volta in volta flirtato con il pubblico di casa – ricordiamo il singolone "Fantasma", così come le collaborazioni con i Subsonica e Roy Paci, per tacere dell’ultima, chiaccheratissima, con Tiziano Ferro – fino a trovare un ideale compromesso in occasione del precedente "Horror Vacui", perfetto bilanciamento tra vecchio e nuovo sound. In occasione del loro sesto album – intitolato semplicemente "10", come gli anni trascorsi dal debutto "Too Much Happiness Makes Kids Paranoid" – il quintetto di Venarea mostra invece di voler prendere maggiormente le distanze dal proprio passato, firmando per la prima volta un disco cantato interamente in italiano, seguendo un naturale percorso avviato dopo lo split con la Earache. Scelta consapevole dettata dalla necessità di garantire una maggiore presa sul mercato nazionale o frutto spontaneo nato dall’esigenza di veicolare in maniera più incisiva il proprio messaggio? Non sta a noi giudicare, ma ciò che possiamo dire con certezza è come il disco, a dispetto di un prevedibile appeal radiofonico dettato dai motivi di cui sopra, ad un primo passaggio non riesca a lasciare il segno; poi però cresce ascolto dopo ascolto, arrivando a confermare i nostri, ormai definitivamente affrancati dalle influenze deftonesiane degli esordi e dalle incertezze di metà carriera, ai vertici di una scena da loro stessi sdoganata. Qualche affinità con le produzioni più recenti di Chino Moreno e soci riecheggia ancora nell’opener "Muezzin", ma viene spazzata via all’altezza del ritornello e dall’attacco della successiva "Vertigine", traccia a presa rapida nella migliore tradizione dei singoli targati Linea 77; discorso diverso invece per "Il Senso" e "A Noi", due pezzi in cui traspare appieno la maturità raggiunta dai nostri non solo nel songrwiting ma anche nelle lyrics, vero valore aggiunto dei Linea 77 di oggi. Supearata la più scontata, ma egualmente efficace, "Aspettando Meteoriti", la seconda metà della tracklist alterna episodi più suggestivi ("La Notte", "Au Revoir"), costruiti sulla falsariga della più recente "Penelope" , ad altri più aggressivi ("Come Vipere", "Tank!"), garantendo comunque sempre inalterata una freschezza compositiva ed una longevità d’ascolto invidiabile per una band giunta al sesto disco in studio. La metamorfosi, si diceva, è dunque compiuta; ma, a differenza di quella di kafkiana memoria, stavolta l’evoluzione è il punto di arrivo: liberatisi dal giogo del contratto Earache e dalla zavorra del cantato in inglese, da sempre loro tallone d’achille in virtù della pronuncia imperfetta dei due singer, Emo, Nitto e soci sono ora definitivamente pronti a spiccare il volo, forti di una maturità artistica in grado di sopperire e superare la carica distruttiva degli esordi.