6.5
- Band: LINEA 77
- Durata: 00:41:36
- Disponibile dal: /02/2008
- Distributore: Universal
Il passato recente dei Linea 77 non è stato dei più rosei: dopo aver perso progressivamente freschezza e ispirazione nell’ultimo “Available For Propaganda” i torinesi si sono scrollati malamente di dosso gli obblighi contrattuali con la Earache – trasformatasi da motivo di orgoglio in una tagliola dissanguante – pubblicando un’ennesima ristampa e una collezione di demo del tutto imbarazzante. Probabilmente terrorizzati di precipitare nel vuoto dell’anonimato che l’ultima uscita sull’etichetta inglese lasciava presagire, il combo si è ritirato nella Città Degli Angeli, e forse perché nella difficoltà emerge il meglio di ognuno, forse per l’influenza del maestro Toby Wright (proprio quello che ha collaborato con Slayer, Alice In Chains e Korn), con un colpo di coda è riuscita a sfornare il disco migliore da anni a questa parte. Riducendo sapientemente il cantato in inglese e con un sound mai così corposo (le chitarre sono state raddoppiate con una traccia registrata dal bassista Dade) sono abilmente cancellati i peggiori nei della recente produzione: il risultato è il disco più tondo, assimilabile e pop della loro intera discografia, che riesce in ogni modo ad essere piacevolmente energico e trascinante come nella migliore tradizione dei Linea. Escludendo “The Sharp Sound Of Blades” e “Grotesque” i brani in inglese sono quanto di più ordinario i Linea abbiano in catalogo (a proposito, che senso ha riproporre di nuovo “Touch” in una versione meccanizzata e abbruttita?), inficiati dalla pronuncia imperfetta e quasi seriali negli schemi compositivi. Nel piacevole contesto di brani come “Sempre meglio”, “La Nuova Musica Italiana” e “Penelope” brilla di luce propria il singolo “Il Mostro”, graziato da un riff sopra la media e da un clap contagioso. Il brano migliore della raccolta? Una collaborazione quasi impensabile: al posto di chiamare gruppi come Club Dogo o Fabri Fibra i Linea ospitano niente meno che Tiziano Ferro, impegnato nel chiaroscuro di “Sogni Risplendono” in toni gravi che ricordano Serj Tankian dei System Of A Down, da sentire. Il nuovo inizio sotto major risulta dunque confortante: bentornati Linea 77!