7.0
- Band: LINKIN PARK
- Durata: 00:32:01
- Disponibile dal: 15/11/2024
- Etichetta:
- Warner Bros
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Nulla è per sempre. Sette anni sono serviti per rendere omaggio alla memoria di Chester Bennington, ma dopo aver dato fondi agli archivi tra riedizioni celebrative, B-sides e best of è giunta l’ora di nuova musica optando per la strada più rischiosa, ovvero il vecchio moniker con una nuova figura, perlopiù un’illustre sconosciuta.
Tralasciando in questa sede le polemiche sull’opportunità della scelta – per chi scrive: hanno fatto bene – lasciamo che a parlare di questo nuovo inizio sia la musica, partendo dal presupposto che i fasti di “Hybrid Theory” siano ormai lontani (per quanto “The Haunting Party” sia un tentativo ingiustamente sottovalutato) e che fare peggio di “One More Light” sarebbe stato pressoché impossibile.
Ebbene, “From Zero” riesce ad essere al tempo stesso un nuovo inizio che rende omaggio ai trascorsi più o meno recenti della band, il tutto concentrato in poco più di mezz’ora, se pur con qualche passaggio meno a fuoco.
L’osservata speciale è ovviamente la nuova entrata Emily Amstrong, già voce delle Dead Sara, la cui prestazione risulta ineccepibile, anche se a volte sembra quasi di sentire Pink con le chitarre distorte (“Over Each Other”); anche nella più pasticciata “Casualty” (un pezzo degli Helmet ordinato su Wish, che si rivela essere suonato dai Metallica di “St. Anger”) la sua timbrica graffiante è l’unica nota positiva, così come la dinamica vocale con Mike Shinoda rende interessante “Overlfow”, pur in assenza di un vero riff portante.
Gli ex adolescenti fulminati dai video di “One Step Closer”, “Crawling” e “Somewhere I Belong” andranno viceversa in brodo di giuggiole con brani come “Two Faced” e “IGYEIH”, reboot del vecchio sound in grado di tenere testa ai nuovi epigoni (From Ashes To New su tutti), riportando la chitarra di Brad Delson e gli scratch di Joe Hahn al centro del villaggio: fan service, ma di quello fatto bene.
Se “Cut The Bridge” rende omaggio a “Minutes To Midnight” (la somiglianza ritmica con “Bleed It Out” è palese), i Linkin Park ‘MMXXIV edition’ escono allo scoperto nell’accoppiata “The Emptiness Machine” e “Heavy Is The Crown”, così come nella corale “Stained” e nella ballad “Good Days Are Gone”, brani in cui il classico sound della band californiana si arricchisce di nuove sfumature grazie alla presenza di Emily, MVP del disco insieme all’onnipresente Shinoda e al nuovo batterista Colin Brittain (più appariscente nel mix rispetto al suo predecessore).
Da zero a (numero) uno nelle classifiche sarà questione di poco tempo, ma l’attesa a questo punto è per il ritorno dal vivo: nel frattempo, godiamoci questi vecchi/nuovi Linkin Park, con un lavoro lontano dai fasti degli esordi ma che non sfigura di fianco alla loro produzione di metà carriera.