5.0
- Band: LINKIN PARK
- Durata: 00:35:21
- Disponibile dal: 12/05/2017
- Etichetta:
- Warner Bros
- Distributore: Warner Bros
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Ci risiamo. Se pure in passato i Linkin Park ci hanno abituato alla sperimentazione – in primis con “A Thousand Suns”, senza contare i vari dischi di remix – , eravamo tuttavia convinti che “The Hunting Party” avesse rimesso le cose a posto, stabilizzando il sound verso un alternative rock/metal pur sempre radiofonico ma potente: quanto ci eravamo sbagliati. Quasi volesse farsi ‘perdonare’ il ritorno alle origini del suo predecessore, il settimo lavoro di Mike Shinoda e soci, inguardabile fin dalla copertina, ci presenta dieci tracce electro-pop tutte uguali fra loro (al netto delle ospitate, che non a caso corrispondono al meno peggio in scaletta), riuscendo a far sembrare un capolavoro (!) l’analogo esperimento tentato poco tempo fa dai Sonic Syndicate. Premesso che chi scrive non ha nulla contro il pop da classifica, se fatto bene, duole constatare come in questa occasione il sestetto californiano abbia perso la bussola, finendo col suonare come una versione annacquata e senza mordente dei vari Twenty One Pilots, Chainsmokers e ultimi Coldplay. Nella mediocrità generale, salviamo giusto “Good Goodbye” (la più animata grazie ad un po’ di rap, anche se le vocine campionate sembrano uscita da un vecchio disco degli Scooter), la marcetta da spiaggia di “Battle Simphony”, l’ormai arcinota “Heavy” (anche se preferiamo la cover degli One Last Night, dove almeno si sente qualche chitarra) e la più intima titletrack, mentre il resto della tracklist si squaglia dopo pochi ascolti come neve estiva, complice una ricercatezza strumentale pari alle basi midi per accompagnare gli album di foto delle vacanze (anche DJ Hahn, Brad Delson e gli altri sono stati pagati coi voucher?). Ben venga il concetto di evoluzione, ma con il materiale contenuto in “One More Light”, complice una durata di poco superiore alla mezz’ora, si sarebbe potuto al massimo ricavare un EP electro-acustico, mentre così finisce, ancor più del già citato “A Thousand Suns”, per sporcare la media di una discografia per il resto sempre quanto meno dignitosa. Nello stesso giorno esce l’ultimo disco degli amici-nemici Papa Roach: detto che i fasti di “Hybrid Theory” e “Infest” sono ormai lontani per entrambi, se avete nostalgia degli anni ’00 sapete già quale dei due lasciare sugli scaffali.