7.0
- Band: LIQUID FLESH
- Durata: 00:49:43
- Disponibile dal: 26/05/2023
- Etichetta:
- Time To Kill Records
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Sembrerà anche la solita frase fatta, ma l’underground estremo è ormai da diversi anni un oceano realmente sconfinato, un orizzonte sterminato di band ed etichette che cercano un loro spazio all’interno di una cosiddetta scena sempre più globale. In questo caso, per chi vi scrive, il termine ‘globale’ rimane sempre pericolosamente a doppio taglio: se per appassionati e operatori del settore le possibilità offerte dalla musica liquida sono sembrate all’inizio molteplici e maggiori che in passato, l’emergente rischio di essere dimenticati dopo qualche giro di streaming (per essere poi magari sostituiti con l’uscita del mese successivo!) è ormai tangibile.
Siamo ovviamente certi che le nostre parole non suonino nuove a nessuno dei lettori più attenti, quindi passiamo senza indugio a presentarvi la terza fatica dei francesi Liquid Flesh, in uscita in questi giorni sulla nostrana Time To Kill. Lo ammettiamo: i due precedenti capitoli dei ragazzi di Grenoble non avevano lasciato molte tracce nel panorama odierno e, riascoltando velocemente i brani più importanti di “Spontaneous Liquefaction” e “Chair Liquide”, sembra proprio che il salto di qualità sia avvenuto solamente ora. Non che nel frattempo i Liquid Flesh abbiano cambiato genere, anzi: semplicemente brani come i due nuovi singoli “La Danse Des Ombres” e “Tapage Nocturne” risultano migliori un po’ in tutti i settori: resa sonora, costruzione, arrangiamenti. Prima di tutto, si sente meno urgenza, rispetto al passato, di essere sboccatamente estremi o di aderire a velocità per forza sostenute. In questo senso “Dolores” vive infatti spesso di midtempo a volte marziali e solenni, talvolta groovy, in alcuni casi deliziosamente oscuri (“Tribunal Fantomatique”); si bea di una costruzione delle canzoni ragionata e imprevedibile, anche se mai cervellotica: Carcass del secondo periodo, i Death Breath e del death’n’roll pulito e comprensibile, i Vader della prima parte di carriera più tentazioni attitudinalmente ripulite dei Pungent Stench o degli Asphyx.
È un bel disco, “Dolores”, più bello di quanto potrebbe sembrare: sostenuto da una produzione nitida e graffiante, il terzo lavoro dei Liquid Flesh è un excursus divertente di trent’anni di death metal europeo, suonato col gusto di chi conosce molto bene quanto c’è stato prima ma che è anche intenzionato a non sembrare un tributo involontario. Se proprio vogliamo, gli unici difetti a nostro avviso potrebbero essere una prestazione vocale fin troppo estrema per il dinamismo messo in campo dagli strumenti e qualche brano un po’ autocompiaciuto (soprattutto nella seconda parte, dove si avverte un po’ di stanca). Ora, ritornando a quanto scritto nelle prime righe: non essere volutamente cloni di uno stile attualmente di moda (gore? dissonant death metal? death/doom?), non essere una new sensation e non provenire da una nazione con una reputazione di ‘serie A’ per il death metal come la Francia potrebbero essere difetti letali per il successo di “Dolores”? Noi speriamo di no, perché la prova musicale di per sé è sufficientemente stimolante e varia. D’altronde, vi sfidiamo a non sbattere testa e piedoni su un brano dai break strumentali assurdi come “Cauchemar Blanc”. Provare per credere.