7.0
- Band: LIVING GATE
- Durata: 00:17:39
- Disponibile dal: 12/06/2020
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Udite, udite: Oathbreaker, Amenra e Wiegedood, tutti insieme appassionatamente? Attendiamo trepidanti un nuovo viaggio metafisico, al limite dei brividi sensoriali. E invece no, niente di tutto questo: l’incontro tra Lennart Bassu, Levy Seynaeve e Wim Coppers, accompagnati dal bassista degli YOB Aaron Riesberg e riassunto nel qui presente EP “Deathlust”, ha voluto solamente omaggiare una passione viscerale nei confronti del death metal, quello classico, promosso a suo tempo da autentici capisaldi del genere, quali Morbid Angel, Suffocation e Cannibal Corpse. Con il monicker Living Gate, il quartetto belga/americano ci regala cinque brani nei quali la raffinatezza e la ricerca meticolosa del ‘ben curato’ viene messa momentaneamente in un angolo, in favore dei vecchi riff minacciosi e penetranti, subissati da un massiccio growl messo in atto dallo stesso Seynaeve. Una sincera ammirazione che non si riduce in una mera e limitante prova d’emulazione: i diciotto minuti scarsi di “Deathlust” filano via come una perfetta vite rotante nelle tempie, confermando, non solo l’alto tasso di apprezzamento verso il genere, ma, soprattuto, l’efficacia e la preparazione tecnica degli interpreti coinvolti. Aggiungendo ad ogni episodio un briciolo di malefica melodia, i Living Gate, all’interno del miasma mortifero generale, come ben rappresentato dalla poltiglia di corpi presenti in cover, riescono a dare singolarità ad ognuno dei cinque episodi proposti; dalla repentina titletrack sino alla più elaborata “Living Gate”, riuscendo ad elaborare un concentrato arcigno, lineare e con discreto fascino. Un macinato old-school made in Relapse Records che andrà sicuramente ad assopire l’eterna fame di death metal da parte dei suoi sostenitori; non ce ne vogliano invece i fan delle tre band citate ad inizio recensione, e soprattutto quelli degli Oathbreaker.