7.0
- Band: LOATHE
- Durata: 00:36:35
- Disponibile dal: 07/02/2021
- Etichetta:
- Sharptone Records
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Che fossero bravi a destreggiarsi con la mansuetudine e godessero da matti nell’immergersi nella tranquillità, lo avevamo già capito con l’eclettico “I Let It In And It Took Everything”. A un anno esatto dal loro secondo full-length, un piccolo successo nell’underground alternative/metalcore evoluto, i Loathe rispuntano per continuare a battere il ferro e offrire ai fan un paio di uscite celebrative del percorso svolto fin qui. In tema strettamente musicale, abbiamo il tenue affresco ambient di “The Things They Believe”, mentre sul piano visuale è uscito un ponderoso libro fotografico, nel quale si raccolgono numerosi scatti dell’ultimo tour affrontato dai ragazzi di Liverpool. Potrà sembrare prematuro rivolgere lo sguardo indietro a quello che è già stato, per una band così giovane: ma ci rendiamo conto che di questi tempi va tutto veloce e il passato sfuma in fretta, così come, sul fronte commerciale, è funzionale avere sempre qualcosa di nuovo da dare alla propria fanbanse. In fondo, quel che conta veramente è la qualità del materiale e, parlando di “The Things They Believe”, non ci stupisce più di tanto che i Loathe dimostrino di non brancolare nel buio. Aperture quiete e sognanti, pause di vaghezza e riflessione, erano d’altronde ben presenti e centrali anche nell’album uscito lo scorso anno.
Qua si prendono tutto, in un formulario sensoriale di impronta cinematografica, un distillato di rasserenamenti intorbidati quel poco che basta da incertezze e paure, rispondente principalmente al lavoro del bassista Feisal El-Khazragi e del chitarrista Erik Bickerstaffe. Non è comunque estraneo il contributo degli altri membri, non fosse altro per suggerire dove andare a parare, che impronta proporre della propria identità, così da rispecchiare pienamente gli intendimenti dell’intero quintetto. È musica di sottofondo e meditazione, una fuga dalle nevrosi, un modo per distendersi, quella di “The Things…”, si espande infinita, nient’affatto problematica o destinata a incresparsi e rompersi. Aggiunta importante e nient’affatto di contorno per conferirle quel carattere speciale che i Loathe volevano possedesse, la performance al sax di John Waugh dei The 1975, compagine alternative/pop inglese tra le influenze principali dei Loathe stessi. Non compare in tutte le tracce, ma dove presente il suo tocco lieve dà un’intonazione elegante e colta all’insieme.
Suoni siderali si distendono solitari, a ricordare quell’immobilità senza sbocchi causata dal lockdown, condizione che ha portato a interrogarsi, spesso a macerarsi, in ogni caso a smuovere qualcosa nell’animo di chi l’ha subito, con conseguenze, per gli artisti, molto diversi a seconda della personalità dei singoli. Per i Loathe, appunto, è nato il desiderio di raccontare il proprio amore per soundtrack e soundscape, senza ‘inquinamenti’ di rabbia, istintività, irruenza: solo pace e rilassatezza. Scontata qualche ripetizione e la frammentarietà del lavoro, con diverse tracce che paiono troncarsi un po’ di colpo, come fossero solo abbozzi incompiuti, si apprezza un soddisfacente grado di maturità anche sotto quest’insolita prospettiva. “The Things They Believe” è un lavoro curato, ponderato, molto sentito: non sarà probabilmente compreso e apprezzato da tutti coloro che hanno seguito finora il gruppo, ma non merita nemmeno di essere giudicato un esperimento inutile e senza senso.