7.5
- Band: LOGIC OF DENIAL
- Durata: 00:43:25
- Disponibile dal: 09/06/2017
- Etichetta:
- Comatose Music
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Prosegue l’opera di inasprimento dei death metaller Logic Of Denial, che ritroviamo a ben quattro anni dalla pubblicazione del precedente “Atonement”. Essendo il nuovo “Aftermath” arrivato a distanza non esattamente ravvicinata dall’ultima fatica, non era facile fare previsioni sulle mosse del gruppo emiliano, il quale avrebbe potuto approfondire quanto avviato nel 2013, così come compiere un passo indietro o a lato. La band – di recente raggiunta dal secondo chitarrista Marco Carboni – ha tuttavia deciso di non guardarsi alle spalle, rifuggendo nuovamente l’aderenza alla forma canzone tradizionale in favore di un’irruenza sempre contorta, tecnica e poco convenzionale. Linearità e momenti di maggior calma e distensione emotiva non riescono proprio a trovare un loro spazio nella proposta dei Logic Of Denial: le atmosfere sono tutto fuorchè variabili e le ritmiche di rado si astengono da pattern tesissimi. A differenza di altre realtà con un background brutal death metal che negli ultimi anni hanno abbandonato la sregolatezza di un tempo per focalizzare maggiormente l’attenzione sui strutture e riff ora più rotondi, ora più old school, il quartetto in questo suo terzo album concede pochissimo all’armonia, arrivando anzi a staccarsi dalle ormai consuete formule vicine a Septycal Gorge o Inveracity per cimentarsi in alcune impennate infarcite di dissonanze in grado persino di richiamare i Deathspell Omega. Ogni episodio è sempre pronto ad avvinghiare l’ascoltatore e a risucchiarlo in un vortice sghembo e asfissiante nel quale è spesso difficilissimo trovare un punto di riferimento. L’esperienza nel songwriting accumulata negli anni e l’indubbia cura nella produzione ci restituiscono tuttavia un affresco allucinogeno a suo modo peculiare e che indubbiamente cresce con le fruizioni. “Aftermath” non è un album per tutti, nè un ascolto da auto o da passeggiata nel centro cittadino, ma da tracce come “Gorging on Innocence” o “The Decaying Drama” emergono oggettivamente una visionarietà e una perizia che gli appassionati delle forme più estreme di death metal non dovrebbero sottovalutare.