voto
7.5
7.5
- Band: LONG DISTANCE CALLING
- Durata: 00:56:05
- Disponibile dal: 21/02/2011
- Etichetta:
- Superball Music
- Distributore: EMI
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Il terzo disco è spesso un punto importante, talvolta cruciale, nella carriera di un gruppo; dopo le sorprese iniziali infatti è sempre difficile confermarsi su certi livelli e i Long Distance Calling lo sanno bene, puntando, proprio in virtù di questo traguardo, su un significativo titolo omonimo. La band teutonica prosegue imperturbabile il proprio percorso artistico senza farsi distrarre dalle mode, con una proposta strumentale che abbraccia emisferi sonori differenti come rock progressivo, post rock e metal moderno con personalità e coerenza. L’evoluzione è una costante in casa Long Distance Calling e così il nuovo disco, pur proseguendo la linea tracciata dal precedente “Avoid The Light”, pone un accento più marcato sul groove delle ritmiche come dimostra l’opener “Into The Black Wide Open” ma non solo, e sulla potenza del riffing ben evidente nell’ottima “Arecibo”. Partiture più melodiche e sognanti disegnate dalle tastiere o dalle chitarre in pulito sono comunque presenti e raggiungono il proprio apice emozionale tra le righe della conclusiva “Beyond The Void”, autentico sunto delle potenzialità di espressione di questa band. Come avvenne in occasione delle due precedenti pubblicazioni, il quintetto teutonico anche questa volta ci regala un pezzo cantato, centrando tanto per cambiare il bersaglio in maniera limpida, grazie anche all’ottima performance del guest di lusso John Bush (Anthrax, Armored Saints). “Middleville” è un pezzo vario in cui l’introduzione irrequieta lascia spazio ad un bridge rilassato prima di aprirsi definitivamente sul ritornello influenzato dagli Alice In Chains per poi virare, infine verso nuove evoluzioni progressive. Il confronto con l’illustre predecessore sopra citato è leggermente in perdita per l’omonimo terzo disco della band, alcuni passaggi (in “Timebends”, ad esempio) probabilmente peccano di fluidità, piccole crepe che son ben lungi dallo scalfirne il valore e dal mettere in discussione il grande talento tecnico-compositivo della band.