8.0
- Band: LORD AGHEROS
- Durata: 00:43:02
- Disponibile dal: 18/02/2022
- Etichetta:
- My Kingdom Music
Spotify:
Apple Music:
La parola koiné definisce un particolare momento dell’evoluzione della lingua greca avvenuta, a grandi linee, durante l’espansione del dominio di Alessandro Magno. La lingua greca, prima frammentata in una miriade di dialetti locali, grazie alla crescita smisurata dell’impero macedone inizia a trovare una sua unità, assorbendo influenze provenienti dal medio oriente e andando progressivamente a gettare le basi di quello che diventerà poi il greco moderno. “Koiné” è anche il titolo del nuovo album di Gerassimos Evangelou, la mente dietro alla one-man band Lord Agheros, e possiamo trovare più di un parallelismo tra l’evoluzione linguistica sopra descritta e il percorso musicale di questo affascinante progetto.
Facciamo però un passo indietro, perchè avevamo avuto già modo di spendere parole positive nei confronti dei Lord Agheros. Il precedente lavoro, “Nothing At All”, ci aveva colpito nel suo essere così variegato e capace di piegare diversi linguaggi musicali al servizio di una visione artistica lucida e curata. Tutti questi pregi vengono confermati anche in “Koinè” ed è proprio nella loro evoluzione che troviamo il parallelismo con la koiné ellenica: anche Lord Agheros prende il suo linguaggio e lo espande, andando ad abbracciare la cultura mediterranea, spingendosi fino al Medio Oriente, qui valorizzato anche dall’uso delle voci femminili (“The Prophecy”). Allo stesso modo, la musicalità di Evangelou trova in questo lavoro una maggiore coerenza, che gli permette di continuare a navigare tra i generi – unendo Ulver, Wolves In The Throne Room, per arrivare a sfiorare l’avantgarde di Ihsahn e la sensibilità più mediterranea dei Moonspell – pur mantenendo una sua personalità ed una sua poetica riconoscibile. Così se la già citata “Prophecy” rappresenta un momento bellissimo e struggente, “The Walls Of Nowhere” e “Hold The Line” si avventurano in territori minacciosi e sinistri, andando a pennellare le note di nero, tra black metal, death e doom. Ancora violenza tagliente e ferina per “Sow”, che risulta particolarmente coinvolgente e potente pur senza poter vantare una produzione ad alto budget, mentre la seconda metà dell’album vede un progressivo cambio di atmosfere. Dopo “Same Blood”, un pezzo malinconico che parte in maniera sussurrata per poi evolversi in un emozionante crescendo, la musica si fa ancora più sognante con “Sleep Among The Stars”, una composizione strumentale tra folk ed ambient che ricorda quelle nottate inquiete, in cui il sonno è abitato da creature oniriche, a volte amichevoli, a volte spaventose. Questa dicotomia viene resa con grande efficacia dal contrasto tra il pianoforte che gocciola note cristalline, l’organo, mesto e solenne, ed un arrangiamento invece più incalzante di archi a cui poi si aggiungono un coro e gli strumenti elettrici. Se dovessimo scegliere il picco dell’intero lavoro, però, il nostro voto andrebbe alla splendida “…Of May”, un meraviglioso episodio che ci ha ricordato i migliori Empyrium e che rappresenta a nostro parere il vertice espressivo dell’album, per intensità e dolente maestà. Quando le invocazioni sussurrate di “Litany Of The Hermit” si spengono, la sensazione è quella di aver compiuto un viaggio mistico e misterioso, un’esperienza da cui ci si risveglia con aria stranita, ma con vivo il desiderio di immergervisi ancora una volta. Ancora una volta Gerassimos Evangelou si è confermato artista intelligente e di grande talento e non ci rimane che consigliarvi senza alcuna remora l’ascolto di “Koiné”.