8.5
- Band: LORD BELIAL
- Durata: 00:52:28
- Disponibile dal: 01/10/2008
- Etichetta:
- Regain Records
- Distributore: Self
Spotify:
Apple Music:
Senza esagerazioni possiamo considerare “The Black Curse” l’album black metal dell’anno. Così come a distanza di tanti anni tutti ricordiamo il meraviglioso “Enter The Moonlight Gate”, tra una decina d’anni rimpiangeremo il capolavoro d’arte nera “The Black Curse”. Non a caso la formazione è la stessa dei due album sopra citati, evidentemente l’empatia diabolica che scorre tra i tre fratelli Backelin e Vassago è più viva che mai! Il nuovo e ottavo studio album dei Lord Belial è il sigillo definitivo su una carriera tempestata spesso di ottimi album; soprattutto l’entrata nella Regain Records ha coinciso con un risveglio dei Lord Belial: prima tre bellissimi album lenti e apocalittici, poi questo sfogo di tutta la loro demoniaca rabbia nelle canzoni luciferine di “The Black Curse”. L’opener “Pazuzu (Lord Of Fevers And Plague)” può sembrare sempliciotta nel riffing e nella struttura, ma presenta invece delle piccole novità nel trademark della band: un riffing dissonante e alienante, nuovo al classico stile dei fratelli Backelin, e l’introduzione dei cori è una novità assoluta! I brani d’ottima fattura non si contano, “Sworn” è la summa della classe del combo svedese, un inno sinfonico, malvagio, infarcito di arpeggi e momenti atmosferici davvero incantevoli e di quel metal infernale che solo poche band riescono a riprodurre. In più lo screaming nitido di Thomas permette di capire quasi tutti i testi dei brani senza leggerli. La figura di Satana così come la ritraeva Milton nelle sue pagine del “Paradiso Perduto” è qui più vivida che mai, l’odore di zolfo è ovunque, ma c’è anche quella cupa sensazione di una apocalisse imminente che getta una tetra luce fatalista su tutta la release. “The Black Curse” ha la violenza che mancava a “The Seal Of Belial” e “Nocturnal Beast”, mentre possiede quel tocco notturno e la genialità compositiva che mancavano in “Revelation (The 7th Seal)”. Da paura la rievocazione rituale del male in “Ascension Of Lilith”, un brano destinato a lasciare traccia come “Lamia”, forse la miglior espressione artistica dei Lord Belial in tutti questi anni. Non dobbiamo più avere nostalgia del passato e dei suoi capolavori come “Enter The Moonlight Gate”, quel tipico black sound svedese è tornato in vita. Inchiniamoci davanti a questi quattro demoni seguaci di Belial!