LORD MANTIS – Pervertor

Pubblicato il 16/03/2012 da
voto
6.0
  • Band: LORD MANTIS
  • Durata: 00:46:31
  • Disponibile dal: 13/03/2012
  • Etichetta:
  • Candlelight
  • Distributore: Audioglobe

Spotify:

Apple Music:

Viaggiando sulla stessa linea d’onda di band come i Tombs, gli Unearthly Trance, e i Castevet, i Lord Mantis propongono uno sludge metal forsennato e inferocito che fa leva più sulle nefandezze e la furia del black metal, che sulla cacofonia strisciante e melmosa del doom metal o del crust per trasmettere il suo misantropico messaggio. La formula della band di Chicago fa leva anche su qualche tatticismo “new-school” tanto in voga oggi giorno tra le band sludge, ovvero sfrutta un suono lavico, propulsivo e stratificato per aumentare la propria potenza distruttiva, come i capostipiti di questo nuovo sottogenere insegnano, ovvero Black Cobra e High On Fire in primis, ai quali inevitabilmente i nostri assomigliano non poco, anche se in vesti ovviamente molto più “negative”. I rimandi ai loro colleghi appena menzionati sono in vero talmente facili e spontanei che avrete già capito che non ci troviamo assolutamente di fronte a una band che sta riscrivendo chissà quali regole dello sludge-black, e che fa il suo sporco lavoro a testa bassa, con onore ma senza colpi di genio di rilievo. Va detto che i Lord Mantis non sono comunque certo dei novellini e anche se la loro discografia è ancora ristretta, la band è formata da quattro bucanieri che di palchi ne hanno calcati in abbondanza e che di polvere nera ne hanno incendiata a tonnellate in altre band. I Lord Mantis, in infatti, non sono null’altro che il bassista/vocalist Charlie Fell (Nachtmystium, Von, Von Venien), il batterista Bill Bumgardner (Indian), e i due chitarristi Andrew Markuszewski (Avichi, Nachtmystium, Von, Von Venien) e Greg Gomer. Il curriculum di “Pervertor” è rinforzato dal fatto che è anche stato registrato dal solito e iper-prolifico Sanford Parker e che è adornato dallo splendido artwork di Justin Bartlett (Watain, Sunn O))), Trap Them). Nonostante tutto, di una vera rivoluzione non vi è traccia, e i Nostri portano a compimento il disco in maniera asettica e formale, concentrando tante energie su dei riff e delle ritmiche violentissime ma per niente intriganti e delle voci laceranti, ma anche costantemente monotono e dunque ripetitive. Vanno comunque menzionati alcuni degli assoli di Markuszewski e Gomer, che in certi frangenti sfiorano le polverizzanti linee chitarristiche tipiche dello space rock e in altri si lasciano andare a dei pick-slide deliranti e ripetuti in serie che danno alla musica un taglio molto interessante e ambiguo, quasi di stampo industrial. Appunti che vanno fatti per dovere di cronaca, ma che non risollevano certo le sorti di un lavoro riuscito, ma nel complesso per niente rivoluzionario.

TRACKLIST

  1. Perverter Of The Will
  2. Septichrist
  3. Vile Divinity
  4. Levia
  5. Ritual Killer
  6. At The Mouth
  7. The Whip And The Body
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.