8.0
- Band: LORDS OF BLACK
- Durata: 00:59:34
- Disponibile dal: 18/03/2016
- Etichetta:
- Frontiers
Spotify:
Apple Music:
I Lords Of Black sono una band nata per avere successo: oltre ad essere formata da musicisti di valore, si aggiunge il fatto che questi hanno trovato un ottimo amalgama insieme e sono riusciti a costruirsi una dimensione in grado di esaltare le proprie qualità. Prendiamo il caso di Tony Hernando, un maestro della chitarra con diversi album all’attivo, che però tutto sommato non si è mai distinto particolarmente al di là di un indiscusso virtuosismo. Nei Lords Of Black sembra invece aver affinato il proprio songwriting, esaltando paradossalmente ancora di più il proprio chitarrismo, ora al servizio delle canzoni e non più alla stregua di sterili esercizi di stile. Andy C. è chiaramente pure, da parte sua, un veterano della batteria, ma non possiamo esimerci dal soffermarci in particolare sull’astro nascente di Ronnie Romero, cantante dalle indiscusse qualità, al punto di essere stato scelto da Ritchie Blackmore per i suoi nuovi Rainbow. In questo secondo album dei Lords Of Black tutto sembra dunque funzionare al meglio: grandissime performance e tante gran belle canzoni, potenti, trascinanti e coinvolgenti dalla prima all’ultima nota. Ritmiche dirompenti, riff massicci, assoli pieni zeppi di semibiscrome e bellissimi refrain sono dunque alcune tra le principali caratteristiche di questi brani, impreziositi dalla splendida voce di Romero. A livello stilistico, benchè il loro sound riesca ad essere sempre abbastanza fresco e con una buona dose di personalità, i Lords Of Black ricordano qualcosa dei Masterplan di Jorn Lande: non a caso, del resto, si avverte la mano di Roland Grapow, il quale anche stavolta ha co-prodotto l’album, oltre ad aver curato il mixing e il mastering. Oltre ad highlight come “Merciless”, “Everything You’re Not”, “Insane” o “Shadows Of War” (ma davvero tutta la tracklist è di buon livello), citiamo “Cry No More”, ispirata e dedicata a Phil Lynott e “The Art Of Illusions Part III: The Wasteland”, che conclude le due parti già incluse nel primo album. Più ambiziosa “Ghost Of You”, una suite di circa nove minuti e mezzo, nella quale i Lords Of Black mettono in luce la loro anima più progressiva. Ottimo disco, che conferma tutte le qualità di questa band in continua ascesa.