LOST REFLECTION – Florida

Pubblicato il 29/10/2011 da
voto
5.5
  • Band: LOST REFLECTION
  • Durata: 00:31:19
  • Disponibile dal: 09/09/2011
  • Etichetta:
  • SG Records

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Il nome di Fabrizio Fulco, che nei Lost Reflection ricopre i ruoli di voce e chitarra, è un nome relativamente noto nel background del metal italiano, grazie ai forti legami che lo connettono strettamente alla carriera dei ben più famosi Crimson Glory. Dopo aver fondato i Lost Reflection nel 1996, proprio come tribute band del gruppo del grandissimo Midnight, nel 2005 Fulco abbandona temporaneamente i proprio compagni per partecipare nelle vesti di bassista al progetto di Ben Jackson, ex chitarrista proprio dei Crimson Glory. Torna nel 2009 in Italia, arricchito di questa esperienza a stelle e strisce sia nel sound che nel songwriting, e si dedica quindi a tempo pieno ai suoi Lost Reflection, sfornando il qui presente “Florida”, pubblicato solo ora sotto SG Records. Già solamente dall’ascolto l’opener “Media Violence” e soprattutto la successiva “Bad Love” ci si accorge subito di quanto l’esperienza oltreoceano abbia influito sul compositore: le coordinate del sound sono proprio quelle di un hard rock stradaiolo in puro stile USA, tutto suoni grezzi e linee vocali immediate, a tratti misto anche all’approccio più sferragliante e veloce di un metal ottantiano sempre comunque marchiato stelle e strisce. Il sogno americano, la vita on the road, e l’immagine sempre scanzonata del rock made in USA è marchio di fabbrica di molte band italiane (tra cui i Rain), ma in questo caso risulta forse fin troppo eccessiva, abbassando il livello globale del prodotto a quello di un uscita a malapena simpatica, e niente di più. Nei frangenti più metal, come “Media Violence” o “Crucified”, la band manca della potenza necessaria ad accendere veramente il pezzo; nei frangenti rockettari come “Bad Love” o “Here We R”, risulta invece troppo succube di certi schemi già sentiti da Ratt e Alice Cooper.  Infine, nelle due pseudo-ballad “Nitefall” e “Don’t Leave Me Alone”, la voce di Fabrizio è ancora troppo ruvida per il tentativo manifesto di percorrere le orme dei Bon Jovi più radiofonici. La registrazione affossa ulteriormente il tutto, risultando fin troppo cruda. Certo, i suoni grezzi e quasi non prodotti delle chitarre, il basso martellante ed il ridotto drumset, generano nella nostra mente immagini fumose di una sala prove con il banco mixer invaso dalle bottiglie di birra aperte e di procaci biondone appoggiate ai Marshall tenuti su con lo scotch da pacchi; ma tutto questo risulta divertente solo ad un primo ascolto, dopo rimane solo il fastidio di una produzione non all’altezza della performance strumentale. A parte l’interessante strumentale “Wings Of Glory”, che colpisce nel segno con la propria aggressività, e la buona“Our Drug Is Our Heart”, guidata da un ottimo riff e piena di piacevoli sorprese, il resto dell’album è purtroppo formato da una serie di canzoni mediocri e già sentite, che potrebbero appassionare gli amanti di metal americano ’80 e i bikers di una certa età, ma pochi altri ascoltatori. Peccato, in alcuni passaggi la qualità e le belle idee ci sono, ma l’ingenuità di fondo è davvero troppa.

TRACKLIST

  1. Media Violence
  2. Bad Love
  3. On Your Skin
  4. Blame It On Love
  5. Crucified
  6. Don't Leave Me Alone
  7. Here We R
  8. Wings Of Glory
  9. Our Drug Is Our Heart
  10. Nitefall
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