LOTUS THIEF – Oresteia

Pubblicato il 23/01/2020 da
voto
7.0
  • Band: LOTUS THIEF
  • Durata: 38:22
  • Disponibile dal: 12/01/2020
  • Etichetta:
  • Prophecy Productions
  • Distributore: Audioglobe

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I pray the gods to quit me of my toils / To close the watch I keep this livelong year / For as a watchdog lying not at rest / Propped on one arm upon the palace roof / Of Atreus’ race, too long, too well I know / The starry conclave of the midnight sky (“Agamennon”)

Diciamoci la verità. Le influenze letterarie – o ancora peggio, le trasposizioni – nel mondo del metal non hanno orbitato spesso oltre i classici Moby Dick, Dracula, Il Signore degli Anelli e qualche altro caposaldo gotico/fantasy ottocentesco. Sembra assolutamente interessante, dunque, affacciarsi di nuovo alla tragedia greca. E, dunque, attendere il nuovo lavoro dei post-metallers di San Francisco, già dediti all’elaborazione di Crowley o del “De Rerum Natura” di Lucrezio.
Certamente la casa degli Atridi non è certo territorio sconosciuto ai metallari (i Virgin Steele, per dirne una, ci avevano composto almeno due dischi) ma nell’ambito post-metal il territorio tragico sembra ancora materia da cui attingere vera linfa. E come non potrebbe, dopotutto, con tutta la varietà di interpretazioni che un’opera ampia come l'”Oresteia” potrebbe ancora dare oggi? I Lotus Thief prendono a piene mani da quel territorio e affrontano, attraverso quelle trame, alcuni dei punti chiave della modernità: il genere, il peccato di hybris, la legge dello stato e dell’individuo, etc. Ma non ci si preoccupi eccessivamente. Non bisogna avere un master in lettere classiche per poter assaporare la bellezza di questo disco: la funzionalità del discorso resta all’appannaggio di un prodotto musicale pensato per un pubblico ampio, seppur, fondamentalmente, ancorato alle radici di genere.
Il sound è quello che ci si aspettava nell’evoluzione della band, soprattutto in termini di appeal (esemplificato nella suadente “Sisters In Silence”). Il tutto sembra pane per i denti degli aficionados di Avatarium (più heavy-metal), quelli di Worm Ouroburos e di certi SubRosa e territori post-metallici. Qui e là un certo sentore black metal, giusto una spruzzata di urla e qualche blastbeat (“The Furies”) ed il gioco è fatto. Le tonalità del disco, però, restano principalmente su toni ariosi e magniloquenti, epici e grandiosi, senza relegarsi a nessun picco cupo o truculento, riuscendo, oltretutto, a far stare tutto quanto in una quarantina di minuti, intermezzi compresi. Il quintetto appare coeso, e su questo spicca sicuramente la performance di AJL alla voce principale (“Libation Bearers” su tutte).
“Oresteia” non è un disco di cui innamorarsi follemente, ma al tempo stesso non risulta così peculiare o originale come si sarebbe potuto sviluppare se si fosse tentato di percorrere una strada più espressiva ed eccentrica. Vero è che, al suo termine, la piacevolezza delle sue trame può lasciare un qualche sentore di sublime.

TRACKLIST

  1. Agamemnon
  2. Banishment
  3. Libation Bearers
  4. Woe
  5. The Furies
  6. Reverence
  7. Sister in Silence
  8. The Kindly Ones
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