7.0
- Band: LUCIFER'S CHILD
- Durata: 00:38:53
- Disponibile dal: 25/09/2015
- Etichetta:
- Dark Essence Records
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Nati nel 2013 per volontà di George Emmanuel (Rotting Christ) e Stathis Ridis (Nightfall), i Lucifer’s Child esordiscono su Dark Essence con un disco tradizionale nella forma ma assai più sfuggente nei contenuti. Visti i nomi coinvolti, sarebbe stato lecito aspettarsi una proposta modellata sul black/death occulto e carnale che da sempre trova terreno fertile in Grecia, invece i Nostri – completati dal batterista Nick Vell e dal cantante Marios Dupont – optano per una soluzione a metà strada fra il suddetto sound ellenico, con ovvi rimandi a capolavori come “Eosforos”, “His Majesty At The Swamp” e “Thy Mighty Contract”, e la scuola nordica di fine anni ’90, fatta di melodie oblique, ritmiche marziali e voci filtrate. Difficile non pensare almeno per un istante ai Satyricon di “Rebel Extravaganza” o al vecchio catalogo Moonfog durante l’ascolto di questi otto inni a Satana, complice una produzione dal taglio moderno e roboante che finisce giocoforza per accentuare il flavour sperimentale della tracklist, tra visioni demoniache e paesaggi di desolazione in cui a prevalere è un senso di angoscia costante. A dirla tutta, l’incipit di “The Wiccan” lascia alquanto freddini: “Hors De Combat” è un’opener dall’incedere cadenzato e interlocutorio che non sa esattamente se collocarsi nella categoria delle intro o dei brani veri e propri, e di fatto i suoi cinque minuti scorrono senza regalare particolari sussulti, ma già dalla successiva “A True Mayhem” le cose cambiano, denotando un gusto e una cura per i dettagli affatto scontati in un side project. I riff partoriti dalla coppia d’asce assumono connotati più aspri e vivaci, dalla penombra emergono tappeti tastieristici ampollosi ma mai pacchiani, e l’atmosfera generale ne guadagna sia in termini di impatto che di profondità, snodandosi da questo momento in poi attraverso composizioni eleganti e perfettamente bilanciate tra il calore del Mediterraneo e il gelo dei fiordi. Dai cori infernali di “Spirits Of Amenta” alle digressioni ottenebranti di “Doom”, passando per le rasoiate melodiche di “He, Who Punishes And Slays”, “The Wiccan” è insomma quel che si dice un debut album confezionato con tutti i crismi del mestiere. Forse, stando allo stato attuale delle cose, la musica in esso contenuta non emerge, ma siamo convinti che se continueranno di questo passo i Lucifer’s Child non tarderanno a distinguersi e a manifestare una volta per tutte la loro personalità. Continueremo a seguirli.