7.5
- Band: LUCKY BASTARDZ
- Durata: 01:00:00
- Disponibile dal: 24/01/2015
- Etichetta:
- Sleaszy Rider Records
Spotify:
Apple Music:
Bastardi fortunati, di nome e di fatto. Orfani di un elemento importante come il singer Geppo, i Nostri non si sono persi d’animo ma, al contrario, reclutato dietro al microfono un cavallo di razza come Titian, hanno colto l’occasione per scrollarsi definitivamente di dosso quell’etichetta ‘lemmyana’ che ne aveva caratterizzato gli esordi e, in misura minore, il successivo “Bite Me Dude”. Rodato da cinque anni di attività live in giro per la penisola, e pompato a dovere da una produzione e un artwork decisamente azzeccati, il quartetto alessandrino si presenta ai blocchi di partenza carico come non mai, accompagnandoci in una cavalcata hard-rock che, dall’intro “Dawn Of The Phoenix” alla conclusiva “Circles on the shore (Lamia)” (con la partecipazione di Michele Luppi), non conosce un attimo di tregua. In un’ipotetica radio cronaca, comunque priva di tempi morti nonostante l’ora di durata, sul taccuino delle azioni più incisive finiscono gli zoccoli in faccia di “Fuckinsnow”, i cori assassini di “Liar”, le atmosfere western di “e-Drugs” e la vena glam di “Just Got Paid”. Ma la vera sorpresa, manco a dirlo, si avverte nel folto comparto ballad (“The Sign Of The Wall”, “New Era”, “The Powder”), in cui abbiamo modo di toccare con orecchio l’estensione del nuovo entrato dietro al microfono, capace di toccare le corde emozionali come solo i migliori interpreti del genere. Ci sono voluti cinque anni, ma la metamorfosi – da semplici discepoli dei Motorhead a rocker a tutto tondo – può ora dirsi compiuta, al punto che li vedremmo ora bene su un palco di fianco a Godsmack e Black Stone Cherry. E chissà che, alla faccia di Tarantino, i bastardi fortunati non siano stavolta anche accompagnati dalla (meritata) gloria.