7.0
- Band: LUNAR MANTRA
- Durata: 00:28:24
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Invictus Productions
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Era il 2015 quando la Invictus licenziò il primo EP degli scozzesi Lunar Mantra, lasciandoci un gradevolissimo gusto di black metal che aveva saputo inglobare all’interno della propria proposta i crismi della più classica proposta anni ’90 assieme a delle connotazioni prettamente ambiental-esoteriche e misticheggianti. Non esattamente prolifici, i quattro ragazzi di Glasgow, i quali tornano oggi sul mercato con il secondo EP, “Psychosomatika” (in realtà uscito in digitale nel 2020 e pronto oggi alla riedizione sempre da parte di Invictus) – quattro brani, che in realtà presentano un’intro di meno di un minuto e un’outro di ben nove minuti di esplorazione ipnotica, con reminiscenze orientaleggianti, estremamente onirica e ritualistica. Un pezzo che nel suo incedere lento e snervante, fa da summa alla proposta dei Lunar Mantra e della loro crescita, a livello di intensità, nel corso di poco più di un lustro. Siamo volutamente partiti dalla fine perché “Aghora” è un pezzo un po’ a parte, che a seconda dell’ascoltatore può essere amato o meno proprio per la propria natura eterea, umorale, che si slaccia dal resto del lavoro (chi scrive, dopo qualche ascolto, ha preferito concentrarsi sui brani più canonici).
Restano due brani, dunque, che come detto dimostrano quanto i Lunar Mantra abbiano accumulato una certa esperienza nel corso del tempo, slacciandosi dalle derive più tradizionali del precedente “Genesis” e prendendo una strada che nel suo essere decisamente aggiornata (ci viene in mente l’ottimo “Relatos De Angustia” dei Selbst) restituisce nel proprio black metal esoterico il senso di una vera e propria composizione pronta per una trasposizione live; non mancano dissonanze e momenti più rilassati volti a creare una dinamica a fronte di aperture più veloci, ma in genere i Lunar Mantra si sono dimostrati capacissimi di creare disegni che fanno di una liquida, impalpabile e melodica pesantezza il loro punto di forza, creando così un viaggio extracorporeo all’interno di nenie morbose e macabre. Un ottimo punto di (ri)partenza per un futuro full-length magari, giacché ci piacerebbe poter valutare la proposta con un po’ più di carne sul fuoco. La classe, del resto, è qui ben presente e tangibile. Lo scrivemmo sei anni fa, ormai: nome da tenere a mente – speriamo non debbano passarne altri sei.