8.0
- Band: LUNARSEA
- Durata: 00:47:12
- Disponibile dal: 14/05/2013
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
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Ben cinque anni sono passati dall’uscita di quel “Route Code Selector” che tanto favorevolmente ci aveva impressionato, cinque anni in cui sono successe parecchie cose – a partire dalla temporanea uscita del singer Filippo Palma, rientrato in formazione all’alba delle registrazioni del nuovo album, prima di mettere a repentaglio il record di cantanti dei Drowning Pool – anche se, ascoltando il nuovo “Hundred Light Years”, il tempo pare non essersi fermato. Fedeli ad un trademark sonoro ispirato tanto dal più puro metallo nordico quanto dalla più recente siderurgia teutonica, i cinque capitolini decidono, in occasione del proverbiale disco della maturità, di alzare la posta in gioco, cimentandosi con un concept album ‘spaziale’, chiamato al non facile compito di bissare il successo del predecessore senza però disporre stavolta dell’effetto sorpresa. Il risultato, come potete leggere nel nostro track-by-track, può dirsi perfettamente centrato, per effetto di un disco che, se da un lato mantiene inalterato il binomio potenza-melodia tipico del genere, dall’altro enfatizza ciascuna delle due componenti, sommergendo l’ascoltatore sotto una cascata ritmica potente come una colata lavica: infuocata, a presa rapida e melliflua nel dipanarsi delle trame sonore. Se a ciò aggiungiamo un’inedita vena sinfonica, garantita da una guest list – Emanuele Casali (DGM, Astra) e Martin Minor ai tasti d’avorio, Tim Charles (Ne Obliscavaris) al violino – priva di nomi commercialmente altisonanti ma efficace nel dare quel quid in più alle composizioni, ecco spiegato il voto in calce, ulteriore conferma di una formazione che incarna alla perfezione l’archetipo della melodic death metal band degli anni ’10, in costante equilibrio tra tradizione e innovazione. Che siate fan di Star Wars o Star Trek poco importa: allacciate le cinture e fate partire “Hundred Light Years”, la colonna sonora ideale per un salto nell’iperspazio!