6.5
- Band: LUNARSEA
- Durata: 00:47:08
- Disponibile dal: /03/2006
- Etichetta:
- Burning Star
- Distributore: Masterpiece
Esordio, tramite l’etichetta greca Burning Star Records, per i nostrani Lunarsea, band nata dalle ceneri degli embrionali Hollowearth, formazione power-prog defunta ancor prima di nascere. Il quintetto italiano, in questo “Hydrodynamic Wave”, segue abbastanza pedissequamente le coordinate power-thrash – con rapide puntate nel black melodico – portate alla ribalta dai Children Of Bodom. Con un flavour a dir poco epico e neoclassico, i Lunarsea inanellano undici tracce davvero riempite di melodia fino all’osso, nelle quali ogni passaggio tende a cercare il motivetto catchy e cantabile, alternato alle sfuriate rapide ed ai blast-beat della precisa sezione ritmica e agli arrangiamenti di tastiera spesso rammentanti i recenti Soilwork e i lontani Amorphis. Altri nomi che vengono inevitabilmente alla mente sono gli In Flames folkeggianti di “Subterranean” e “Lunar Strain” e i Kalmah, dai quali i nostri prendono (forse involontariamente) molto spunto, grazie alla convincente unione di hook melodici assassini e assalti thrash di tutto rispetto. La voce di Angelo Musmeci non delude e anche nei (molti) momenti di clean vocals non siamo di fronte ad interventi banalotti, bensì a linee vocali spesso esaltanti, soprattutto nei chorus dei brani più coinvolgenti, ovvero l’opener “Beside The Driver”, “Still Age, Still Time” ed “Evolution Plan.txt”. Il disco è compatto e uniforme, il gruppo non si stacca mai dall’approccio iper-melodico del suo songwriting e, alla lunga, per chi non regge overdose di melodia, questo aspetto potrebbe risultare un po’ noioso. Al contrario, per chi adora ritmiche veloci incorniciate da immediati giri di chitarra e tappeti di synth da fischiettare all’istante, “Hydrodynamic Wave” è praticamente un lavoro perfetto. Unico, ma purtroppo grave, difetto è la produzione: un full-length ufficiale dai volumi così bassi ed ovattati, nel 2006, è davvero una palla al piede di notevole peso! Il suono è anche abbastanza pulito, ma tutto è confuso dall’assenza di potenza e ‘rumore’; peccato, perché le composizioni dei Lunarsea sono gradevoli e avrebbero avuto certo un altro impatto con una produzione ad hoc. Augurando alla band, in futuro, di poter mostrare appieno le sue qualità, assegniamo una sufficienza abbondante a questo debutto. Se siete palati fini da suoni spacca-montagne, però, vi conviene girare alla larga…