7.0
- Band: LYCHGATE
- Durata: 00:37:46
- Disponibile dal: 29/04/2013
- Etichetta:
- Mordgrimm
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Ci fanno fare un discreto balzo indietro nel tempo questi Lychgate, creatura del polistrumentista Vortigern che in precedenza era conosciuta con il nome di Archaicus. Il Nostro, durante i dodici anni di attività, ha composto una gran quantità di canzoni, molte delle quali praticamente mai registrate né uscite. Dopo il cambio di monicker l’artista britannico ha deciso di riportare alla luce i brani migliori e di registrarli con una line up vera e propria. E che line up, diciamo noi! Oltre al mainman che si occupa di chitarre e tastiere, infatti, troviamo Tom Valley dietro le pelli, Aran (ex Lunar Aurora) al basso e Greg Chandler degli Esoteric alla voce e alla seconda chitarra. Questo omonimo album rappresenta quindi l’esordio dei Nostri, sebbene non contenga materiale originale. Comunque sia, i nove brani di “Lychgate” sono piuttosto buoni e lasciano intravedere la volontà di Vortigern di andare oltre quello che è un classico black metal, tingendo le composizioni di tinte oscure e darkeggianti da un lato e di suggestioni melodiche dall’altro, in una sorta di riproposizione di quanto fatto dagli Emperor in passato. In effetti tutte le tracce partono da un black norvegese per così dire evoluto, sebbene non si rinunci agli inserti di stilemi classici quali chitarrismo zanzaroso, drumming furibondo e raggelante e voce distante e volutamente tenuta bassa nel mixing, curato dallo stesso Chandler. Pur senza gridare al miracolo, brani quali “Against The Paradoxical Guild” – con la sua alternanza di parossismi black ed eleganza darkeggiante, e con gli inserti in growl del singer – o “In Self Ruin”, che mette in mostra una tecnica notevole, scorrono via in maniera convinta e piacevole. Il versante più melodico della proposta dei Nostri viene a galla nella prima parte di “Sceptre To Control The World”, mentre “Dust Of A Gun Barrel” esplora il lato più cupo della proposta dei Lychgate, nobilitato da un intermezzo dark ambient di rara bellezza ed intensità. Niente male quindi questo esordio, che piacerà ai nostalgici del black novantiano più evoluto; ovvio che una riproposizione ai giorni nostri di queste sonorità possa essere un azzardo, ma non dimentichiamo che il materiale è in effetti datato e riproposto ora per la prima volta. La band è già al lavoro su della musica inedita e siamo curiosi di vedere evoluzioni e cambiamenti, soprattuttto se anche il geniale Greg Chandler diverrà parte attiva nel songwriting.
PS: la versione in vinile dell’album é pubblicata dalla Gilead Media.