6.5
- Band: MACERATION
- Durata: 01:19:00
- Disponibile dal: 26/05/2014
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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Profondamente colpiti dal boom death metal del periodo, nel 1990 i membri degli Invocator Jakob Schultz e Jacob Hansen provarono a saltare sul carro dei vincitori componendo una manciata di brani devoti a quello stile sotto il nome Maceration. Convinto Dan Swanö degli Edge Of Sanity a prestare il suo growling al tutto, nel 1992 i Nostri pubblicarono “A Serenade of Agony”, loro primo ed unico full-length, per la piccola etichetta danese Progress Red Labels. Influenzati soprattutto da Massacre, Obituary e Death, i Nostri anche all’epoca erano oggettivamente un nome fra tanti: abili strumentisti (del resto gli Invocator non erano certo degli sprovveduti), ma compositori dall’estro abbastanza nella norma. Il death metal in quegli anni stava vivendo il proprio massimo splendore artistico, la scena vantava dozzine di gruppi pronti a seguire la scia dei grandi maestri e i Maceration erano sostanzialmente uno di questi discepoli, nonostante i nomi illustri presenti nella loro lineup. “A Serenade of Agony” è un album che suona inequivocabilmente primi anni Novanta, sia a livello di contenuti che di forma, e che, come accennato, si allinea in tutto al filone floridiano allora tanto in voga; tuttavia, pur essendo senz’altro piacevole, esso non riesce a reggere affatto il confronto con altre uscite datate 1992, come, ad esempio, un “Retribution”, un “The End Complete” o un “Imperial Doom”. Siamo davanti ad un’opera discreta, che sicuramente all’epoca avrà stuzzicato l’interesse di alcuni die-hard fan del genere, ma che, appunto, mai oseremmo definire vitale. Comunque, troviamo che questa nuova ristampa del platter, promossa dalla Punishment 18, abbia tutto sommato un senso: oggigiorno vi sono parecchi completisti sempre in cerca di vecchie e dimenticate release di quel periodo, senza contare che la figura di Swanö genera da sempre un certo fascino sugli appassionati di metal anni Novanta. Il grosso numero di bonus track allegate, infine, potrebbe incuriosire anche qualcuno tra i meno nostalgici. Dopo tutto, certe band di oggi ci propongono regolarmente ben di peggio…
