6.0
- Band: MAGNUM
- Durata: 00:55:23
- Disponibile dal: 30/08/2004
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Tre anni dopo il non eccezionale “Breath Of Life”, disco che sancì il ritorno sulle scene dei britannici Magnum, l’accoppiata Cately-Clarkin riprova a donare nuova linfa a questo gruppo ormai in vita da una trentina d’anni. La voglia di esserci ancora, di suonare nuova musica, sta tutta nel titolo scelto per il nuovo disco (“Un Nuovo Fiammante Giorno”), che suona come una prepotente dichiarazione di intenti; essenzialmente da questo emerge la precisa volontà di continuare il discorso intrapreso, ormai tanti anni fa, nel nuovo millennio con ritrovata carica e fiducia. Proprio per rafforzare questa convinzione in loro stessi, l’album non poteva che cominciare dalla title-track, composizione in pieno stile Magnum, caratterizzata dalle solite melodie ricercate che vanno ad abbracciare la calda, ed ancor espressiva voce di Cately. Il climax si raggiunge attraverso un ritornello carico d’enfasi, che ben si presta a materializzare l’immagine del sole che torna a splendere sul pianeta Magnum. “It’s Time To Come Together” vede le tastiere di Stanway farla da padrone, ma la differenza è tutta nella chitarra di Clarkin, molto determinata sia in fase ritmica che solista. “We All Run” è un pezzo molto spensierato, con un ritornello leggero (ripetuto però un pò troppe volte) fatto apposta per essere delicatamente orchestrato; “The Blue And The Grey” è una semi-ballad tutto sommato anonima, salvata dal solo Cately che canta col cuore in mano. “I’d Breath For You” è velata di una candida epicità e fa ben sperare, ma anche qui a tradire è proprio il ritornello – storicamente arma in più della band – a causa della sua monotonia. “The Last Goodbye” risulta invece essere uno dei pezzi meglio riusciti dell’intero lavoro: sembra di sentire i vecchi Magnum, e qui il chorus è azzeccato. “Immigrant Song”, come è deducibile dal titolo, è molto Led Zeppelin oriented, anche se l’animo della band è ben presente; “Hard Road” vede un Clarkin molto ispirato e il pezzo acquista subito valore. Sembra essere la costante del disco: quando Clarkin è in vena (Cately a parte), si sentotno le cose migliori; e non potrebbe essere altrimenti dato che è lui ad occuparsi, come sempre dell’intero songwriting. La conclusiva “The Scarecrow”, con i suoi nove minuti, racchiude un pò tutto quello che sono i Magnum di oggi. “Brand New Morning” è un disco che vive di fasi alterne, troppo legato alle fortune del suo autore principale, ma in linea di massima piacevole. Capolavori come “Vigilante” o “On A Storytellers Night” (tanto per dirne due) probabilmente non ne sentiremo più, ma “Brand New Morning” non è assolutamente un brutto lavoro, è solo un disco sufficiente.