8.0
- Band: MAGNUS KARLSSON'S FREE FALL
- Durata: 00:58:13
- Disponibile dal: 12/06/2020
- Etichetta:
- Frontiers
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Il guitar hero svedese Magnus Karlsson è uno di quei musicisti le cui gesta hanno condizionato l’esistenza di una quantità incredibile di progetti musicali, soprattutto per quanto riguarda le corpose fila della nostrana Frontiers Records: dai mitici Primal Fear, passando per i The Ferrymen, fino ad arrivare alle numerose collaborazioni tra frontmen più o meno popolari, come gli Allen/Olzon o i Kiske/Somerville. Tuttavia, riteniamo che i vagiti più profondi siano da ricercare proprio nella sua creatura personale, che porta il nome dei Free Fall: nome che spicca sulla copertina di ben tre album di qualità sopraffina, in grado di unire perfettamente gli stilemi del power metal a quelli dell’hard rock e persino dell’AOR, con in più una notevole quantità di ospiti illustri dietro al microfono, in grado di donare un sapore sempre diverso ad ogni passaggio.
Il terzo di questi si intitola “We Are The Night” e si differenzia dal riuscitissimo predecessore “Kingdom Of Rock” per due motivi principali: il primo risiede nella sensazione anche un po’ spiazzante di varietà del precedente, che qui invece viene nettamente ridimensionata in favore di una linearità studiata e coerente nelle sue scelte stilistiche, mentre il secondo è da ricercare proprio nel discorso legato agli ospiti. Questi, come detto in precedenza, rappresentano un condimento non da poco per la tracklist, e fa un effetto particolare notare che Magnus ha scelto di andare meno sul sicuro per quanto riguarda i nomi, dal momento che tra i fortunati troviamo anche dei giovani talenti, ancora non molto noti all’interno della scena. Tuttavia questo si può tradurre in un’arma vincente, come ben percepibile nella iniziale “Hold Your Fire”, che dopo l’intro orchestrale sfodera una potenza stellare, interpretata magistralmente dal vocalist croato Dino Jelusic, che tornerà anche verso la fine in “Under The Black Star”, nella quale spiccano maggiormente gli inserti di tastiera abbinati ad un incedere più cadenzato e sognante. Il secondo protagonista è il brasiliano Renan Zonta, che con la sua estensione spaccavetri dona un gusto ulteriormente luminoso a “Kingdom Falls” e “Dreams And Scars”, anch’esse differenti dal punto di vista dell’aggressività, ma accomunate da quella verve melodica e avvolgente.
Aumenta il livello di notorietà grazie all’arrivo dello spagnolo Ronnie Romero in “One By One”, stilisticamente molto in linea con la proposta dei suoi Lords Of Black, nonché una delle tracce più convincenti del pacchetto, al livello della semi-ballad “Queen Of Fire”, cantata dalla finlandese Noora Louhimo, direttamente dai Battle Beast. Momento di gloria anche per Michael Andersson dei Fullforce ed ex Cloudscape, che in “All The Way To The Stars” fornisce una prova esemplare, ma persino lui impallidisce al momento della comparsa di Sua Maestà Tony Martin, iconico e sottovalutato ex cantante dei Black Sabbath, che qui mette tutti a tacere grazie alla sua resa in “Temple And Towers” (senza ombra di dubbio l’estratto migliore del disco) e nella conclusiva “Far From Over”.
Le tracce rimanenti, inclusa la titletrack, vengono cantate da Magnus in persona, che oltre a essere un chitarrista micidiale si difende bene anche quando c’è da sfoderare le corde vocali; anche se è chiaramente la composizione il suo cavallo di battaglia, in base a ciò che si evince dall’ottima riuscita di questo “We Are The Night”, che come già detto sfoggia volontariamente un songwriting più lineare rispetto al lavoro precedente, ma proprio per questo molto efficace nelle sue sfumature hard rock/power metal oriented. Anzi, potremmo dire che le visioni che può dare l’ascolto si avvicinino parecchio a ciò che è rappresentato sulla magica copertina, a base di unicorni e guerrieri incappucciati che cavalcano nella notte.
Se l’unione dei due generi in questione stuzzica il vostro interesse, questo è senza ombra di dubbio l’album per voi, e personalmente vi invitiamo a recuperare anche le altre produzioni ad opera di messer Karlsson, che ancora una volta dimostra di poter ambire ad una reputazione maggiore rispetto a quella che gli viene riconosciuta ad oggi.