MAGO DE OZ – Finisterra

Pubblicato il 21/11/2018 da
voto
9.0
  • Band: MAGO DE OZ
  • Durata: 01:48:46
  • Disponibile dal: 14/05/2000
  • Etichetta:
  • Locomotive Music

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Correva l’anno 2000 e la scena metal spagnola si stava preparando ad una nuova seconda giovinezza grazie ad un’ondata di promettenti band pronte a riscrivere la storia del ‘heavy nacional’, come lo chiamano da quelle parti. Dopo gli anni d’oro, durante le decadi Settanta e Ottanta, di un movimento reso forte per merito di alcuni nomi diventati storici come Baron Rojo, Heroes Del Silencio, Nù, Muro e Obus, che hanno segnato intere generazioni con alcuni brani intramontabili, c’era bisogno di una forte scossa per riaccendere l’attenzione del popolo spagnolo verso queste sonorità. E così, insieme e ancor più degli Avalanch (che nel 2002 pubblicheranno il loro capolavoro “El Angel Caido”), dei Tierra Santa (è dell’anno 1999 il loro celebre “Legendario”) e dei Saratoga, intorno alla capitale c’era una band che stava facendo già molto parlare di sé: i Mago De Oz. Sei musicisti stravaganti condotti da un leader e batterista che si faceva chiamare Txus De Fellatio…e già questo è tutto dire. Le loro canzoni riuscivano a incontrare alla perfezione la musica popolare e folcloristica spagnola con il classico hard rock. Attivi fin dal 1989 ma con tanti anni di gavetta alle spalle, solamente un paio d’anni prima, nel 1998, erano riusciti a dare alla luce il primo vero disco professionale in grado di portarli all’attenzione di tutti in patria. Parliamo de “La Legenda De La Mancha”, un concept album che raccontava le gesta di Don Chisciotte. Nei successivi due anni, nonostante moltissimi impegni dal vivo con ben centoquindici date che hanno composto il lungo tour svoltosi in giro tra la Spagna e le Americhe, il gruppo si concentra per la stesura di un’opera mastodontica. Con l’ingresso in formazione di due componenti fondamentali come Sergio ‘Kiskilla’ alle tastiere e Fernando Ponce al flauto, è il 14 maggio del 2000 che esce “Finisterra”, un doppio album composto da venti brani per quasi due ore di musica intensa! Il primo impatto è subito importante: la cover del disco, stampato in digipack, colpisce anche senza volerlo e ciò grazie al lavoro di Gaboni, artista spagnolo che spesso accompagnerà i Mago De Oz nelle loro pubblicazioni. I suoi disegni a mò di fumetto inseriscono tantissimi particolari anche piuttosto bizzarri e controcorrente, come croci rovesciate, preti e suore in strane pose, apparati genitali, immagini osè. “Finisterra” ovvero ‘fine della terra’ è un concept album ambientato nel futuro, ovvero nel 2199, quando il protagonista Satania intraprende un viaggio in questo pianeta chiamato appunto Finisterra, dove la tecnologia ed i vizi che circondano la società porteranno tutti verso una catastrofica estinzione. Come sempre la band tratta temi importanti quali il rispetto della natura, la libertà di sesso e religione e la violenza. Il sound invece getta le proprie radici nel rock e nel metal, quello classico degli anni Settanta e Ottanta e di band come Rainbow, Queen e Iron Maiden, ma con sonorità che incontrano le tradizioni iberiche, il folk e la musica celtica, oltre che il cantato rigorosamente in linguamadre. Quest’ultimo è un fattore che ha reso ardua la strada di molte band spagnole, come gli stessi Mago De Oz, capaci di crearsi un successo importante in patria e nei paesi latino-americani ma di rimanere semisconosciute al di fuori di questi confini.

‘Dicono che, tra tutti gli animali della Creazione, l’uomo è l’unico che beve senza avere sete, mangia senza avere fame e parla senza avere niente da dire.’

E’ così che esordisce il disco con la parte narrata di “Pròlogo”, breve intro che apre la strada a “Satania”, pezzo che parte fortissimo mettendo subito in mostra tutte le doti della band che, tra parti di violino e flauto, piazza melodie vocali coinvolgenti e dal forte impatto. Caratteristica decisiva del sound targato Mago De Oz è sicuramente la voce di Jose, singer capace di emozionare nei momenti più intensi con la sua voce calda ma in grado di salire alto quando le sonorità si fanno più heavy. La prima parte dell’opera è un susseguirsi di emozioni, con l’accoppiata composta da “La Danza Del Fuego” e “Hasta Que El Cuerpo Aguante” che si muove su sonorità folkeggianti e che sarà per sempre impressa nei cuori dei fan della band madrilena; questi due brani sono infatti immancabili durante ogni show del sestetto iberico. L’hard rock pià classico viene fuori con decisione grazie a “El Señor De Los Gramillos”, dove riff di scuola Eighties sono accompagnati dal violino di Mohamed. Sono ben quattro le cover inserite in questo lavoro, in effetti ai Mago De Oz è sempre piaciuto riprendere alcuni brani che hanno segnato il loro passato. Ma queste song sono sempre riviste in maniera molto netta e personale con l’aggiunta di testi in castigliano. E così “Maite Zaitut” prende spunto dal brano strumentale “Deu Tu Ganeme” dei Gwendal, band francese dalle sonorità celtiche degli anni Settanta, mentre “Duerme” rivisita la bellissima “Scarborough Fair” di Simon & Garfunkel e “Es Hora De Marchar” rivede “ Rainbow Eyes” dei Rainbow. “Fiesta Pagana” è forse il brano più popolare della band e ha il compito di aprire il secondo disco. Flauto e violino introducono dolcemente il pezzo, alzando poi il ritmo in un crescendo che si conclude con una carica esplosiva che impedisce, ad ogni persona che la ascolta, di rimanere immobile. Se si pensa che questo brano viene comunemente passato nelle radio nazionali o che non è difficile ascoltarlo persino in qualche serata in discoteca, si capisce quanto successo abbia ottenuto. “El Que Quiera Entender Que Entienda” è un pezzo articolato che alterna momenti folk ad improvvisazioni soliste di tastiera e cambi di tempo che potrebbero benissimo rientrare nei canoni del prog rock, mentre si torna alle sonorità classiche tanto care ai Rainbow con la splendida “La Santa Campaña”, che presenta un coretto tutto da cantare. Ci si avvicina al gran finale con un altro dei pezzi storici della band: sono delle atmosfere gotiche e mistiche ad accompagnare “Astaroth”, brano di oltre sei minuti di gran classe. Meriterebbe un articolo a parte la lunga suite che risponde al nome di “Finisterra”, ultimo pezzo della tracklist e autentica gemma di oltre quindici minuti ricchi di cambi tempo che riassumono tutto il meglio del sound targato Mago De Oz.

L’unico appunto che si può fare ad un disco come “Finisterra” è la produzione, non certo definibile perfetta (bisogna però segnalare che il disco è stato risuonato e ristampato con la nuova formazione nel 2015). Per tutto il resto c’è solamente da ammirare il talento di questi musicisti capaci di creare un sound così semplice all’ascolto ma altrettanto complesso nella struttura, con tutti gli strumenti tenuti assieme alla perfezione. Cos’ha reso speciale “Finisterra”, i successivi album, ed una band come i Mago De Oz, fino a farli diventare un autentico fenomeno in Spagna, capace di scalare tutte le classifiche di vendita e a farli esibire davanti a migliaia di persone? Sicuramente i brani ed il feeling che essi riescono a creare con l’ascoltatore. E poi i testi, scritti naturalmente da Txus, che sono delle vere e proprie poesie capaci di emozionare e di far riflettere. E’ così che bisogna approcciarsi a “Finisterra”: con la voglia di provare forti vibrazioni, di cantare, di sentire qualche brivido salire sulla schiena e perchè no, di piangere. I Mago De Oz sono riusciti con questo lavoro ad entrare nelle case e nei cuori della gente e a riempire gli stadi senza alcun compromesso, solamente suonando la propria musica.

TRACKLIST

  1. Pròlogo
  2. Satania
  3. La Cruz De Santiago
  4. La Danza Del Fuego
  5. Hasta Que El Cuerpo Aguante
  6. El Señor De Los Gramillos
  7. Polla Dura No Cree En Dios
  8. Maite Zaitut
  9. Duerme…
  10. Es Hora De Marchar
  11. Fiesta Pagana
  12. El Que Quiera Entender Que Entienda
  13. Los Renglones Torcidos De Dios
  14. Kelpie
  15. Tres Tristes Tigres
  16. A Costa Da Morte
  17. La Santa Campaña
  18. Conxuro
  19. Astaroth
  20. Finisterra
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