8.5
- Band: MAGO DE OZ
- Durata: 01:12:41
- Disponibile dal: 28/12/2003
- Etichetta:
- Locomotive Music
- Distributore: Frontiers
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Quinta prova in studio per gli spagnoli Mago de Oz che, con questo “Gaia”, credo abbiano dato vita al loro lavoro definitivo. Già i dischi precedenti erano tutti di buon livello, ma questa volta credo che questi ragazzi abbiano superato loro stessi dando vita ad un platter ricco sotto ogni punto di vista. “Gaia” è infatti un disco realizzato in maniera ineccepibile, a partire dall’ottima produzione che riesce ad amalgamare alla perfezione un’incredibile quantità di suoni e di strumenti rendendoli tutti nettamente distinguibili l’uno dall’altro, proprio come in un’orchestra e, nel contempo, riesce a creare un unico magico universo sonoro. Per avvicinarsi ad un disco dei Mago De Oz bisogna sicuramente amare la musica celtica e il folk in generale perché il loro power metal non è contaminato da questi stili musicali, ma è proprio fuso insieme ad essi. Per farsi un’idea più precisa di quanto detto, è sufficiente ascoltare la seconda canzone del disco (la prima è una breve intro) “Gaia”. La track in questione, con i suoi undici minuti, è una sorta di macchina del tempo sulla quale è molto piacevole viaggiare: si parte dal medioevo e ogni cambio di tempo – in senso musicale – effettuato dai musicisti sembra trasportarci in posti appartenenti al passato tutti da scoprire, come la musica dei Mago De Oz. Da quanto avrete dedotto da queste ultime righe, la musica degli iberici ha subito uno slancio più progressivo rispetto al passato e questa peculiarità verrà mantenuta, in maniera intelligente, nel corso di tutto il disco. Tutte le canzoni sono meravigliose e vanno scoperte ad una ad una, durante l’ascolto non proverete mai un attimo di noia perché i Mago De Oz creano un sound in cui confluiscono una miriade di stili musicali: si va dal folk alla classica, dall’heavy ottantiano allo speed-power di ultima generazione, passando per il rock più grezzo dei Seventies e per quello più raffinato e progressivo della stessa decade. E tutto questo suona in maniera molto naturale, grazie all’ottima tecnica e ad un non comune approccio compositivo di ciascun musicista. Bravi veramente, un disco imperdibile.