6.5
- Band: MALAMECCANICA
- Durata: 00:53:13
- Disponibile dal: 11/08/2009
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I Malameccanica sono una band difficile da catalogare: alla base di ogni loro canzone c’è un forte lavoro di programmazione e campionamento, elementi che insieme a strumenti più canonici (synth, chitarre, bassi e violini) creano "basi" (anche se è riduttivo definirle così) su cui si appoggia la voce di Gio, cantante e autore di tutti i testi del disco. Anche il cantato è piuttosto particolare: è più che altro un recitare, piuttosto monocorde (si presume volutamente), un declamare testi spesso molto morbosi a cui la voce aggiunge un ulteriore grado di disturbo, anche grazie al mixing. Dal lato strumentale il disco è riuscitissimo: il lavoro di programmazione/sampling e di composizione della musica è ben svolto e rappresenta il punto di forza del disco. Il punto debole è il lato vocale e dei testi: è spesso molto faticoso riuscire ad ascoltare il disco d’un fiato, il cantato è forse fin troppo monocorde e rende difficile la fruizione di quanto recitato dal singer. Peccato, perché l’impegno profuso nei testi è evidentemente molto: questo recitare un po’ uguale a se stesso porta con sé un inevitabile riflesso nell’importanza data dall’ascoltatore alle parole, poiché sembrano un po’ ripetitive anche se in realtà non lo sono. Un disco dalle molte facce, quindi, che sicuramente fa sfoggio di personalità, forse da limare e perfezionare.