8.0
- Band: MALEVOLENCE
- Durata: 00.48.21
- Disponibile dal: 19/05/2017
- Etichetta:
- Beatdown Hardwear Records
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Il segreto meglio custodito di Sheffield merita di essere svelato. Il marchio MLVLTD non è certo sulle riviste, e nemmeno i canali mainstream in questo momento danno spazio ad un collettivo underground che, in un’etica strettamente DIY, sta facendo grandi cose. Chi ha avuto la possibilità di ascoltare “Reign Of Suffering”, primo full dei Malevolence, starà aspettando da quattro anni il ritorno di questa devastante formazione. E’ importante non confinare la band nello stretto circuito hardcore/beatdown, come potrebbe suggerire la licenza di distribuzione su etichetta BDHW, poichè questo memorabile album si basa su radici ben lontane dal Regno Unito, infuse di whiskey, intossicate dall’erba e collocate geograficamente tra Texas e New Orleans. Parliamo ovviamente di Down, Pantera e Crowbar, che vanno prevedibilmente a flirtare con lo sludge ma si confrontano anche col DNA hardcore del quintetto, lato che va naturalmente ad incidere sulle dinamiche delle composizioni e sull’estetica strettamente contemporanea ed urbana. La coppia di chitarristi formata da Josh Baines e Konan Hall ha però tutti gli skills per buttarsi in territori groove, con la tecnica e gli assoli che ne conseguono, ma anche l’ignoranza per qualche inumano rallentamento di scuola slam/beatdown. Ciliegina sulla torta il reparto vocale, che si divide tra le influenze di Hatebreed e Crowbar, e nella scuola di Jasta incentra i temi lirici su atteggiamento mentale positivo (PMA) e realizzazione individuale. Nel vibe dell’album si inseriscono perfettamente le guest vocals di Andrew dei Comeback Kid (su “Severed Ties”) e Kevin dei Merciless Concept (“Wasted Breath”), ma l’impressione è che i Malevolence possano farne tranquillamente a meno, soprattutto considerando l’enormità di tracce come la title track, “Trial By Fire” o “Slave to Satisfaction”. “Self Supremacy” è un album violento e variegato, che riesce ad avere un’impronta personale spaziando in maniera naturale tra metal, sludge, metalcore e hardcore. Senza indugiare troppo sulla grandezza dei riferimenti vi invitiamo ad ascoltare con le vostre orecchie la selvaggia e punitiva violenza di “Self Supremacy”: considerando che l’età media del gruppo è ancora abbondantemente all’interno dei 20, non ci resta che sparare un bengala e dar fuoco a un paio di automobili per far sì che Nuclear Blast, Roadrunner o Century Media si sveglino e corrano ad offrire tutte le garanzie perchè i Malevolence diventino una touring band e possano dedicarsi esclusivamente alla musica. Clamorosi.