7.5
- Band: MALFEITOR (ITA)
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 31/08/2009
- Etichetta:
- Agonia Records
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
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Ci sono band che maturano un certo grado di maturità stilistica soltanto dopo anni ed anni e c’è chi, come gli italiani Malfeitor, questa maturità la raggiungono subito. Il gruppo, perché di gruppo a tutti gli effetti si tratta e non di semplice side-project, di Fabban è solo al secondo full length album, ma sin dal debutto ha saputo dimostrare grandi capacità. Quanto di buono fatto sentire su “Unio Mystica Maxima”, i Malfeitor lo ripropongono sotto una veste ancor più cupa sul tenebroso “Incubus”. I punti di forza di questa band sono molteplici: innanzitutto la velocità dei brani proposti, una velocità davvero sostenuta e praticamente perpetua su tutta la release. I Malfeitor, che stavolta si sono avvalsi dei Le Serpent Rouge Studio di Roma, sanno anche come si registra un album black metal in modo tale che la produzione risulti estremamente professionale senza perdere né lo spessore né l’atmosfera diabolica che sono insiti nel sound del gruppo. I Malfeitor ricordano a sprazzi gli Immortal di “Pure Holocaust”, non tanto per il riffing quanto un po’ per lo screaming (fermo restando che il ‘gracchiare’ di Abbath degli Immortal è ineguagliabile) ed un po’ per quel senso di turbinio oscuro che avvolge corpo ed anima di chi viene investito da questa ventata black metal. I Malfeitor raccontano i loro dieci incubi peggiori, gettando nell’ombra il loro sound tenebroso che come una ragnatela vi avvolgerà e vi tratterrà sino alla fine. Un plauso va fatto al riffing ispirato dei due chitarristi della band, capaci anche di intessere in tanta oscurità anche alcuni riff melodici come in “Mysterious, Mystical, Majestic”. Melodie malsane che si compenetrano con i ritmi infernali sostenuti dalla sezione ritmica dei Malfeitor sono presenti anche in altri brani. Nell’evocativa “The Other Half” troviamo anche un senso ritualistico che dona alla band un tocco mistico rintracciabile sul debut album dei nostri. Le piccole sorprese che si trovano in questo album potrebbero continuare, ma è giusto lasciare lo spazio alla sorpresa. Album maturo di una band d’alto livello italiana che ha già raggiunto la maturità artistica.