8.0
- Band: MALIST
- Durata: 00:46:21
- Disponibile dal: 19/01/2024
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Dal 2017 la one-man band dei Malist ha sfornato ben cinque full-length, e quest’ultimo “Of Scorched Earth” ha davvero tutti gli elementi necessari per far emergere una volta per tutte questa band dall’underground sterminato della scena black metal internazionale.
L’album parla dell’inevitabile apocalisse che attende la razza umana, e sin dalla meravigliosa e poliedrica opener “The Lone And Level Sands” si sente salire con il passare dei minuti questa sottile tensione escatologica. I russi Malist appartengono sì al mondo black metal, ma riescono ad arricchirlo con molteplici sfaccettature: ogni canzone regala infatti emozioni nuove e diverse – talvolta vengono in mente gli Obtained Enslavement, i primi Borknagar, gli October Falls e tanti altri – con un black metal che si rivolge alla Madre Terra come un devoto fedele si rivolge alla propria divinità; c’è dunque un tocco mistico in questo album che innalza lo spirito grazie a delle melodie che penetrano fino in profondità.
Melodici e sinfonici, ma senza mai esagerare, i Malist suonano sempre con un tocco leggero, impreziosito da un buon gusto per la musica davvero fuori dal comune; ma del resto questo non deve stupire, visto se questa band è transitata da due label eccellenti nel saper riconoscere il talento come la Northern Darkness Prod. (prima) e la nostrana Avantgarde (ora).
Questo album sembra proprio quello della consacrazione perché ogni tassello di questo mosaico mozzafiato è al suo posto: lo stile di Ovfrost, tuttofare dei Malist, è raffinato e assai più ‘scandinavo’ di quanto potrebbe far pensare, invece, la sua origine. In “The Ship” sembra davvero di venir trasportati in un’altra dimensione, le atmosfere cambiano e si combinano assieme creando una distesa sonora sulla quale la nostra immaginazione può viaggiare spedita. Ovfrost è anche un bravo strumentista e lo dimostra con un fraseggio di riff tutt’altro che minimali, con anche la struttura dei brani che risulta assai più articolata rispetto ad un classico brano black metal.
Per questi motivi il black metal dei Malist va inteso in senso lato, qui ci sono di mezzo elementi epici, sinfonici, acustici che spingono la musica della band ad abbracciare orizzonti più ampi: per esempio un brano come “Wind Of Change, Carry Me” sembra perfetto per gli amanti del pagan metal o dell’atmospheric black metal.
Nella musica di questo gruppo c’è quel tocco invisibile che va a riportare alla memoria un modo di scrivere i brani come avveniva nella fine degli Anni ‘90 ed il bello della release – o almeno, una parte di esso – è anche questo: farci rivivere un po’ la magia di quel tipo di musica che a distanza di alcuni decenni ancora tutti noi amiamo. Bella sorpresa!